IN PUNTA DI PEPE

IN PUNTA DI PEPE - LA DIFESA ANELLO DEBOLE DEL DERBY E LA CONFUSIONE DI DI NAPOLI

Da settimane il tecnico opera scelte tecniche e tattiche che lasciano perplessità e non portano concretezza

Due sconfitte di fila in casa non sono assolutamente tollerabili per una squadra come la Paganese che cerca di aggrapparsi alla salvezza. La conquista di Bisceglie, con un atteggiamento tattico difensivista oltremisura, aveva riacceso le speranze di poter provare ad uscire dalla zona playout nonostante tutto l’ambiente fosse consapevole delle insidie di un calendario che mette i brividi. In effetti conoscere in anticipo i risultati delle altre pericolanti domenica pomeriggio ci aveva autorizzato a cullare quel piccolo sogno di evitare la lotteria degli spareggi retrocessione con tutte le incognite del caso. Arriva invece il ko inaspettato, senza nulla togliere alla prestazione di qualità della Juve Stabia, soprattutto per le modalità con cui è maturato. Sul piano dell’impegno non si può eccepire nulla perché la squadra dà l’anima sul rettangolo verde, pur se avvolta da paure ed amnesie che stanno costando molto caro in termini di punti. Si tratta praticamente di dover convivere con quelle insidie che si palesano quando devi necessariamente rincorrere il risultato e provare ad acciuffarlo a tutti i costi per non perdere quelle poche certezze di un’annata indecifrabile. Quando poi ti trovi a dover nuovamente fare i conti con errori grossolani e peraltro confezionati dai calciatori più esperti si comprende alla perfezione che la montagna da scalare è ancora molto grande. Non si possono in alcun modo incassare due reti come quelle siglate dal difensore stabiese Caldore e condizionare definitivamente una partita e quasi sicuramente il prosieguo del campionato. Due marcature fotocopia che non si possono digerire perché arrivate entrambe da palla inattiva (tutt’altro che impeccabile Schiavino, e sul secondo è fuori posizione pure Baiocco) e con la difesa che ormai sembra essere diventata il punto debole di questa Paganese.

Dietro però la battuta d’arresto con le vespe ci sono però altre verità inconfutabili e che non si possono sottacere. Il mio riferimento è alla confusione che attualmente avvolge la testa di Di Napoli. Sono settimane ormai che il successore di Erra, dopo aver trasmesso fiducia ed autostima al gruppo, opera scelte tecniche e tattiche che lasciano perplessità e non portano concretezza in termini di prestazioni e giocoforza in ottica classifica. Comprendo la necessità di far giocare i giovani per beneficiare del minutaggio ma stravolgere gli equilibri dall’inizio o in corso d’opera con decisioni incomprensibili mi lasciano a pensare e ad intendere che il tecnico della Paganese stia perdendo la bussola in un momento delicato della stagione.

Del derby di domenica sera ho una fotografia perfetta, nitida e che fatico a dimenticare. Gli impegni ravvicinati e l’esigenza di dover far rifiatare qualche calciatore che sta tirando la cosiddetta carretta da mesi abbinata ad una fisiologica rotazione degli effettivi a disposizione può spingere un allenatore ad operare talune scelte. Chiunque però, da casa o dagli spalti, si è reso ben presto conto che affidare le chiavi del centrocampo a Volpicelli si sia rivelato un fallimento fin dal principio a discapito di altri calciatori seduti in panchina che magari avevano più gamba e potevano tornare utili quando c’è da dare fosforo anche in fase di non possesso dove la Paganese ha sofferto tantissimo. Mi sarei aspettato un immediato cambio di registro al rientro dagli spogliatoi ed invece nulla di tutto ciò nonostante Gaeta avesse cominciato il riscaldamento praticamente dopo il vantaggio realizzato da Marotta. Per non parlare di Bramati ed Antezza che sembrano meteore nonostante contro la Viterbese avessero fatto bene in coppia e con una disposizione tattica iniziale diversa e poi rimescolata nella seconda frazione a causa dell’infortunio di Sbampato. Così come, sotto di due reti, mettere fuori Diop resta, a mio modesto parere, un azzardo perché è stata privata la manovra dell’unico vero terminale offensivo di riferimento. Certamente l’attaccante senegalese, pur essendo il bomber della squadra, non veste i panni del cecchino infallibile, ma se lo fosse stato forse avrebbe militato in compagini con ben altre ambizioni. Diop però è pur sempre uno spauracchio che può dare fastidio a differenza degli attaccanti in organico che presentano caratteristiche fisiche e tecniche diverse. Credo che Di Napoli sia in forte difficoltà e lo si vede nelle scelte che sta operando. Al trainer chiedo maggiore coraggio ed una maggiore chiarezza di idee.

È vero che il calcio è visto in maniera diversa da ognuno e che l’allenatore deve fare le sue scelte. È anche lapalissiano però che la conoscenza del materiale umano a disposizione è una prerogativa imprescindibile per il condottiero della nave. La Paganese non ha un uomo d’ordine nella zona nevralgica del campo, eccezion fatta per il giovane Bonavolontà che non ha dimostrato di potersi caricare sulle sue giovani spalle il peso della manovra della squadra. Senza il classico metodista ci si deve inventare qualcosa anche a scopo di rivoluzionare l’assetto di partenza, ma non tocca a me né a nessun altro trovare le soluzioni. Spetta a Di Napoli farlo e farle calzare a pennello ad una squadra che deve salvarsi. Il tecnico partenopeo ed i suoi collaboratori in panchina non possono più fallire a cinque gare dal termine e con la coda della post-season che sembra inevitabile.

Francesco Pepe
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