ATTENTI AL SICA...RIO

ATTENTI AL SICA... RIO | LAMIN JALLOW, IL PICCOLO GERVINHO

Il soprannome di piccolo Gervinho gli fu affibbiato ai tempi del Cittadella. Ma prima di tutti riuscì al Chievo, forte di un'area scouting da fare invidia a tanti, il blitz che sbaragliò la concorrenza per questo talento di 19 anni dalla velocità fulminea, dal dribbling ubriacante e dalla facilità di esecuzione negli ultimi metri. Caratteristiche che Lamin Jallow, 30 anni il prossimo 18 dicembre, fece subito intravedere con la Primavera gialloblù. In quella squadra militavano, tra gli altri, Fabio Depaoli, oggi alla Sampdoria, e Davide Mansi, per il quale il mondo del calcio campano è stato a lungo in apprensione dopo l'aneurisma cerebrale che lo aveva colpito la scorsa estate durante la sua permanenza col Nola. Tuttavia era troppo presto per concedergli il palcoscenico della serie A, così che il club di patron Campedelli fece di tutto per non perderlo a stretto giro, mandandolo in prestito ai granata per assicuragli una corretta maturazione ed un giusto minutaggio. Ed è con la squadra di Roberto Venturato, appena retrocessa dalla B, che l'attaccante gambiano inizia a togliersi le prime soddisfazioni da calciatore professionista e a vivere quelle emozioni vere che solo un gruppo vincente può trasmetterti. A Cittadella, Lamin raggiunge diversi obiettivi che apriranno praterie alla sua carriera professionale. Intanto comincia a sperimentare una proficua versatilità tattica che gli consente di adattarsi a qualsiasi ruolo offensivo (prima, seconda punta o esterno d'attacco). I riscontri sono talmente positivi che Venturato lo fa scendere in campo in 25 occasioni (quasi tutte da titolare) ricevendone in cambio quattro centri. E poi vince il suo primo campionato italiano contribuendo a riportare il Cittadella in cadetteria dopo appena un anno. Jallow in realtà si era già distinto in Coppa Italia Tim con un gol al Teramo, battuto 2-0 a domicilio. Uno sfizio la doppietta di fine stagione al Benevento in Supercoppa di Lega Pro. Il trofeo va alla Spal, vincitrice nello scontro diretto, ma non è un dramma.

Il ritorno al Chievo in A, a 21 anni nemmeno compiuti, è il premio per una annata meravigliosa e di grande crescita generale. Tutto sembra andare secondo i programmi ma Rolando Maran gli concede due apparizioni fugaci con Fiorentina e Torino e sceglie di non bruciarlo. La tappa invernale è il Trapani, stavolta in B e sempre con la formula del prestito. Alessandro Calori in pochi mesi gli dà una fiducia ad intermittenza, perlopiù da punta centrale. I granata sono in difficoltà, i cambiamenti di formazione frequenti e la retrocessione in C è l'epilogo di una stagione balorda. Al gambiano, che comunque metterà a segno tre gol, non viene garantita una continuità apprezzabile, ma il Chievo non smette di crederci e non ne vuole sapere di disfarsene a titolo definitivo. Così si va a Cesena. L'aria della Romagna rigenera il ragazzo, che dei bianconeri diventa trascinatore e punto di riferimento persino per un tecnico esigente come Fabrizio Castori. In 36 gare racimola 11 reti, ma la gioia per un campionato esaltante sfocia nel dramma per la dura penalizzazione rimediata per il caso plusvalenze. Il Cesena, che aveva chiuso a metà classifica, retrocede mestamente in C e Lamin vive anche la sciagura del primo fallimento bianconero in 78 anni di storia.

La sua avventura col Chievo è ormai conclusa a tutti gli effetti e non avrà ulteriori prove d'appello, ma il giocatore si è guadagnato adesso un tesoretto di credibilità in grado di renderlo appetibile in B. La spunta la Salernitana a cui fornisce un apporto dirimente col gol nel play-out di andata contro il Venezia all'Arechi finito 2-1. La squadra di Leonardo Menichini perde di misura in Veneto ma trionfa ai rigori. La Salernitana è la prima società con cui si sposa per un biennio poi, dopo il campionato non esaltante col Vicenza, segnato anche da un infortunio e da qualche panchina di troppo, lascia l'Italia per andare in prestito in Ungheria. Anche i biancorossi, prima di alzare bandiera bianca, avevano riposto su di lui molte aspettative tanto da fargli sottoscrivere un biennale.

Altri passaggi per Turchia ed Algeria anticipano il rientro nel 2024 in Italia, sponda Fidelis Andria. Coi federiciani sigla quattro gol in 18 presenze quindi, dopo qualche mese di attesa dovuta ad una serie di offerte giudicate non soddisfacenti (il Taranto pressa molto, ma è in Eccellenza), un mese fa sbarca a Manfredonia e sigla il centro della vittoria in casa del Ferrandina alla sua terza apparizione in biancoceleste. Gigi Pezzella, che lo sta impiegando da punta centrale nel 3-4-3, se lo coccola come un fratello minore e lui ora vuole prendersi una bella rivincita col destino. 

Stefano Sica - paganesemania.it

Commenti

NOVELLI CONTRO IL SUO AMARO PASSATO! NIENTE SCHERZETTO COL MANFREDONIA