DESTINI INCROCIATI

DESTINI INCROCIATI: PAOLO CAPODAGLIO

24.01.2015 08:45

Incontriamo con piacere, per la nostra rubrica, un protagonista della Paganese targata Capuano nella stagione 2008-09, mancino dalle buoni doti tecniche ma soprattutto professionali. Un centrocampista che destò una buonissima impressione nella stagione che si concluse con la salvezza diretta.

Ciao Paolo, come stai?

"Che piacere risentirvi. Bene anche se stiamo attraversando un periodo un po' complicato con la mia Lupa Roma dopo un ottimo avvio".

Infatti, siete stati anche in testa alla classifica e poi, il tracollo...

"Eravamo la sorpresa, la squadra dopo la vittoria in serie D non era stata smantellata e con qualche ritocco avevamo trovato il nostro equilibrio e sulle ali dell'entusiamo abbiamo inanellato una serie di vittorie, sorprendenti anche per noi. Poi qualcosa s'è inceppato nel meccanismo della Lupa Roma, l'effetto sorpresa è svanito ed anche le altre dopo il rodaggio iniziale hanno inziato a correre".

Ora che momento state vivendo?

"Non vinciamo da parecchio anche se nelle ultime gare stiamo facendo delle prestazioni migliori, ma manca il risultato. Credo che ora ci dobbiamo svegliare dal sogno e guardare la realtà della classifica. Bisogna guardare più al sodo e fare punti pesanti a partire dalla trasferta di Pagani".

A proposito, come ricordi quell'esperienza?

"E' stata molto formativa per la mia carriera: ero più giovane e stavo in squadra con gente del calibro di Taccola, che ricordo diede una grande spinta soprattutto a noi più giovani nei momenti difficili della stagione, senza dimenticare poi Tisci, Caracciolo, Berardi. Assorbivo tutto da loro ed imparavo, un gran ricordo".

E con Capuano?

"Grande allenatore e motivatore. Una volta pur di farci allenare a Tramonti, c'era la neve e la spalò lui, era unico".

Qual è il ricordo più bello che hai dell'esperienza alla Paganese?

"Certamente i festeggiamenti dopo la gara di Castellammare di Stabia che ci diede la salvezza. Per noi fu una gioia incredibile tornare a Pagani e trovare tantissima gente allo stadio. E' un qualcosa che non ho mai dimenticato"

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