Capitolo 11

DUE SALVEZZE DA BRIVIDI
(Stagioni calcistiche dal 2007/08 al 2008/09)

 

Il ritorno della Paganese in C1, dopo ventiquattro anni, non inizia nei migliori dei modi. Si parte innanzitutto da un’ennesima rivoluzione a partire dall’addio al tecnico Palumbo, inevitabile dopo le incomprensioni con la società, per finire alla rosa rivoltata come un calzino. Un pizzico di presunzione figlio delle vittorie a catena degli precedenti, misto all’inevitabile inesperienza della categoria, agevolano gli errori della società. Della squadra, che in finale batte il 17 giugno 2007 la Reggiana, restano solo Scarpa, Fumai, Pasquale Esposito, Guarro, il secondo portiere Gallo ed Ibekwe che tra l’altro lascerà la Paganese nell’ultimo giorno utile per i trasferimenti del mercato estivo. Il Presidente Trapani dal canto suo guarda sia al mercato ma soprattutto al bilancio. La priorità è assicurare il futuro alla società spendendo con oculatezza e secondo le proprie possibilità. Il primo acquisto è l’esterno di centrocampo Roberto Franzese, tassello numero uno del 4-4-2 del tecnico Enzo Cosco, proveniente dall’esperienza in C2 con la Val di Sangro. A dire il vero giungono a Pagani calciatori con un buon curriculum ma sul campo le conferme tardano ad arrivare nonostante gli ingaggi dei vari Botticella, De Giosa, Campolattano, Cantoro e successivamente Criaco che dà grande tranquillità, elevando il tasso di esperienza a tutto il reparto difensivo. L’avvio è disastroso, grazie anche a torti arbitrali e ad un’inesistente preparazione atletica migliorata solo con l’arrivo del Professor Raffaele Sgammato nella settimana che precede la sfida con il Manfredonia. Il pareggio beffa dei pugliesi a tempo scaduto provoca le dimissioni di Cosco. Nonostante il cambio tecnico alla terza giornata, la Paganese si ritrova alla nona ultima con un solo punto dopo l’ennesima sconfitta a Foggia, la quinta consecutiva della gestione Chiappini, subentrato a Cosco. Intanto, dal punto di vista tattico, si passa dal 4-4-2 di quest’ultimo, al 4-3-1-2 dell’ex tecnico del Lanciano. Nel frattempo con il trascorrere delle giornate la Paganese incamera benzina ed arrivano le prime vittorie con Foligno e Legnano ed il primo punto in trasferta proprio sul terreno della formazione più blasonata del girone. Al “Bentegodi” di Verona finisce 0-0 e la Paganese resta ultima con otto punti in classifica proprio come i gialloblu vera sorpresa negativa in questa prima parte del campionato. Il pari di Verona mette le ali agli azzurri e la domenica successivabattono nel derby la Cavese per uno a zero con una rete di Scarpa, rimontano dal 3-0 al 3-3 nella trasferta al “Tombolato” di Cittadella nei venti minuti finale, poi solo al 92’ vengono sconfitti a Sassuolo nella prima gara del girone di ritorno. Il 2007 si chiude, invece, con un’importantissima vittoria sul Lecco con un gol dell’attaccante Massimo Perna che sarà anche il primo e ultimo con la casacca azzurra, sarà infatti ceduto a gennaio alla Neapolis in C2. Andranno via, nel mercato di riparazione, anche i vari Franzese, Taua, Marinucci Palermo, Campolattano che non hanno mai convinto. Arrivano i giovani Osso e Hodza dall’Udinese, Marino dalla Samb e Fanasca dalla Cisco Roma oltre al prestito di Enzo Fusco dalla Salernitana. Dopo la sosta natalizia e con i nuovi innesti, tutti si aspettano il cambio di passo ed invece, dalla quart’ultima posizione a partire dalla sconfitta di Manfredonia, inizia un nuovo periodo di tracollo per la squadra che non riesce mai a imporre il proprio gioco, ne ad osare per vincere come impone la classifica. Tra pareggi casalinghi e sconfitte esterne si giunge anche al capitombolo interno per uno a zero con il Foggia di Galderisi segnato anche dal pauroso incidente occorso a Cantoro e qualche giorno dopo dall’esonero di Chiappini. A nove giornate dal termine sulla panchina azzurra viene chiamato Roberto Miggiano, grande passato da difensore con trascorsi in A con il Lecce ma alla prima esperienza da allenatori nei professionisti, ha guidato infatti la Primavera del Lecce e la Giacomense in D. Stimolato dalla chiamata della Paganese con umiltà si mette al lavoro coadiuvato dal vice Alfonso Pepe che già si era fatto valere alla guida della formazione Allievi. Con l’arrivo di Miggiano si cambia ancora una volta modulo, la squadra si schiera con il 3-5-2 che darà maggiore equilibrio a tutti i reparti. Miggiano punta sulla tranquillità da infondere al gruppo, lavorando sull’autostima dei calciatori. Ottimo l’esordio a Foligno con un punto che era merce rara per la Paganese in trasferta in quel periodo. La vittoria non arriva sette giorni dopo al “Torre” con il Novara, solo un pari tra azzurri e piemontesi mentre giungono due sconfitte consecutive nel doppio turno esterno a Legnano, un sonoro 5-0, a Terni un 2-1 che fa rabbia. Miggiano lavora con una rosa ridotta all’osso tra infortuni e squalifiche. A complicare ancora di più il momento c’è anche il caso Criaco che scoppia nell’intervallo della sfida con il Legnano, il battibecco tra il tecnico e il difensore si chiude con la società che mette fuori rosa l’esperto difensore calabrese tutelando il tecnico. Dopo la vittoria con il Venezia, la prima nel 2008, giungono due pareggi, a Busto Arsizio con la Pro Patria ed in casa con il Verona, una sorta di pareggio per abbandonare l’ultima piazza che significa retrocessione diretta. La Paganese a due giornate dal termine riesce però a compire un’autentica impresa vincendo a Cava e battendo il Cittadella al “Torre” che vuol dire quart’ultimo posto e ritorno dei play out da affrontare con il Lecco in casa per il miglior piazzamento in classifica grazie alla migliore differenza reti con i lombardi di mister Motta. L’ottimismo del Presidente Trapani ancora una volta coinvolge tutti. C’è da fargli un regalo, dopo la sconfitta al 90’ nella gara di andata a Lecco, è diventato papà per la terza volta, in famiglia è arrivato dopo due femminucce un maschietto, Andrea e la squadra il regalo glielo consegna il 25 maggio battendo il Lecco 2 a 0 con reti di Cantoro e Scarpa su rigore. La Paganese resta in C1

Dopo l’impresa della passata stagione conclusasi con la salvezza conquistata in extremis attraverso i play-out contro il Lecco, il presidente Trapani, forte dell’esperienza fatta nei dodici mesi precedenti, modifica le strategie di mercato e di costruzione dell’organico. Il dg D’Eboli già da tempo era in parola con il tecnico Eziolino Capuano, che aveva dato il suo ok per il passaggio alla Paganese a salvezza ottenuta. Trapani e D’Eboli volevano ingaggiare un allenatore esperto della categoria dopo l'esperienza negativa con il giovane Cosco. Capuano mantiene la parola data approdando sulla panchina azzurra. In città cresce l’entusiasmo dopo gli arrivi del talentuoso Tisci dal Foggia, dell’esperto Taccola in difesa e del coriaceo Caracciolo a centrocampo; tutta gente che vanta curriculum di tutto rispetto, più un nugolo di giovani di belle speranze che infiammano i cuori dei tifosi. Questi ultimi staccano più di ottocento abbonamenti e sognano ad occhi aperti per le trattative con attaccanti come Riganò e Biancolino che poi si rileveranno autentici flop nel corso della stagione nelle rispettive squadre, Ternana e Cremonese il primo e Juve Stabia il secondo. La stagione ufficiale inizia il 19 agosto conla prima uscita dinanzi al pubblico amico in Coppa Italia contro il Cosenza sconfitto con un secco 2-0. Il campionato riserva però subito amarezze con l’esordio amaro al “Torre” con il Foligno che supera gli azzurri per 2-1 già privi di Tisci, infortunatosi alla vigilia del match. Gli spettri della stagione precedente, con la Paganese sempre relegata in fondo alla classifica, si materializzano sette giorni dopo al “Pinto” di Caserta, dove gioca le sue gare casalinghe il Real Marcianise fresco approdato in Prima Divisione. Nonostante una buona gara e gol falliti per un soffio, sono gli uomini di mister Fusi a cogliere i tre punti grazie ad una rete di Galizia. Alla terza giornata la Paganese rompe il ghiaccio battendo la Pistoiese di Miggiano, il trainer della salvezza miracolosa, e di Fanasca, che poi ritornerà a vestire l’azzurro a gennaio. E’ una squadra tutta nuova quella che Capuano con meticoloso lavoro sta cercando di plasmare attorno a capitan De Giosa, unico superstite della passata stagione unitamente al giovane Giudice, poi ceduto al Sapri. E’ un avvio altalenante quello degli azzurrostellati, sicuramente superiori sulla carta alla Paganese dell’esordio in C1 ma che stentano a fare risultati. La crisi di inizio stagione si acutizza con la sconfitta dinanzi a tremila spettatori circa nel derby con la Cavese che segna anche il debutto tra i pali con la maglia della Paganese di Armando Pantanelli, chiamato a sostituire Castelli che non aveva convinto per persistenti problemi ad un tendine d’Achille. Nel dopo derby si scatena la prima ed unica contestazione, anche aspra, della tifoseria, o meglio di una parte, verso Capuano, pesantemente apostrofato all’uscita dello stadio ma difeso a spada tratta dal presidente Trapani che, per la prima volta in sei anni, pronuncia una frase che fa tremare i polsi dei tifosi “un’altra contestazione così incivile e lascio la Paganese”. Nella settimana successiva alla mini spaccatura tra tifoseria e tecnico, inizia la riscossa che determina un filotto di tre vittorie consecutive. Si espugna Taranto con un colpo di biliardo di Ivan Tisci che non sarà il calciatore simbolo del sacrificio tattico ma ha un piede vellutato come pochi e mette il pallone dove vuole. Il tris si completa con una doppia vittoria casalinga: con Lanciano, fondamentale ai fini della classifica avulsa, e Perugia, battuto grazie alla doppietta dell’attaccante Di Cosmo uniche tracce della sua avventura alla Paganese chiusasi a gennaio. E' il 2 novembre quando la Paganese sigilla la prima storica vittoria sul Perugia e dovrà trascorrere più di un mese per rivedere gli azzurri conquistare tre punti, che arrivano il 7 dicembre nel derby con il Sorrento, grazie ad un rigore trasformato da Tisci: la sua quarta e ultima rete con la casacca azzurra. L’ex fantasista di Modena, Avellino e Foggia è costretto a cambiare maglia, lasciando però un'eredità di otto punti scaturiti dalle sue preziose marcature; alla fine - pur lasciando la squadra in gennaio - risulterà il più prolifico marcatore azzurro, in un reparto offensivo che risulterà alla fine il peggiore del campionato con 21 reti. Tisci si accasa al Lanciano: un addio dettato sia dalle esigenze di bilancio che da un nuovo assetto tattico che Capuano ha in mente per il girone di ritorno. Tagliati i rami secchi come i vari Mendil, Di Cosmo, Stentardo, Ingrosso, arrivano Fanasca, il brasiliano Diogo Monteiro dal Bari via Udinese, la punta Zarineh dalla Roma, Cucciniello dal Perugia: tutti giovani all’esordio in categoria ma vogliosi di sacrificarsi e mettersi a disposizione del tecnico per raggiungere la salvezza nel delicato girone di ritorno. Capuano lancia la sfida: accetta il ridimensionamento numerico dell’organico, che tuttavia mantiene la struttura portante. La Paganese vira al giro di boa a quota 21 con una partita da recuperare: il derby con la Juve Stabia, rinviato per ordine pubblico. Il civettuolo campo sportivo in sintetico di Tramonti è la base degli allenamenti della Paganese che crea tra i Monti Lattari il miracolo della salvezza anticipata. Forte della grinta di Taccola, emblema dell’esperienza, e della verve della nidiata di giovani, la Paganese, guidata dal suo stratega, inizia la sua corsa verso la salvezza. L'obiettivo è conquistare altrettanti punti nel girone di ritorno. Ma non sarà facile. Una speranza, nonostante il pari finale, lo dà la prestazione nel recupero con le vespe. Nell'occasione viene fuori l'immagine di una squadra sicura di sé e vogliosa di imporsi, con una personalità forte; una squadra mai doma che dà tutto quello che ha in corpo mettendo alle corde l’undici di Bonetti surclassato nell’intensità e nel gioco da una grande Paganese. Una squadra da applausi quella che vince a Pistoia una gara decisiva per il cammino verso la salvezza; quella che blocca il Benevento ed il Potenza in una bufera di neve ma che poi, inopinatamente, come nel girone d’andata, perde con Gallipoli e Cavese, anche se, in questo caso,grida ancora vendetta il gol del pareggio ingiustamente annullato ad Imparato. Nelle ultime dieci gare inizia il conto alla rovescia verso l’obiettivo salvezza. Capuano lascia in panchina sino a fine stagione Pantanelli, incerto, secondo il trainer salernitano, in qualche occasione e nelle gara con il Taranto lancia tra i pali il secondo Melillo, autentica sorpresa del finale di stagione. Gli azzurri sino alla fine mettono in fila otto pareggi; stoico quello conquistato nel Far West di Crotone con aggressioni ai calciatori azzurri a fine gara, e una vittoria storica; quella conquistata al “Curi” di Perugia con vantaggio di Fanasca, pareggio momentaneo di Mazzeo e rete al novantatreesimo di De Giosa. Il punto della matematica salvezza giunge però all’ultima giornata al “Menti” di Castellammare. La Paganese raggiunge quota 41, gli stessi punti del Lanciano. Entrambe sono appaiate al quintultimo posto ma gli azzurri sono favoriti dagli scontri diretti che la vedono in vantaggio: la Paganese è salva. Di ritorno da Castellammare circa un migliaio di tifosi, ai quali era stata vietata la trasferta nella città delle terme per ordine pubblico, attendono il pullman della squadra dinanzi allo stadio dove iniziano i festeggiamenti per l’ennesima stagione trionfale dell’era Trapani.

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