IL MOVIOLONE

IL MOVIOLONE - INTERPRETAZIONE AL LIMITE MA CORRETTA SUL 2-1, INESISTENTI I DUE RIGORI

In un quasi deserto Marcello Torre, la Paganese non riesce a sfatare il tabù casalingo e deve arrendersi al più blasonato Catania, nonostante al 90' il risultato risulterà pesante per gli undici di Favo che si sono ben disimpegnati quest'oggi in campo. Non può dirsi lo stesso per la terna arbitrale guidata da Simone Sozza della sezione di Seregno coadiuvato dagli assistenti Gregorio e Mittica, tutti al terzo anno in Lega Pro. Che non fosse una giornata felice per la terna, si è capito dopo pochi minuti quando Sozza ha per due volte ignorato la segnalazione di fuorigioco del suo assistente Mittica: nella prima ha accordato un corner agli etnei, poi nella seconda occasione ha fatto riprendere il gioco con una rimessa laterale per gli azzurri sulla metà campo, nonostante fosse stata sanzionata la posizione di offside di Russotto. Sciocchezze rispetto a tutto quello che seguirà nel corso del match. 

Certamente l'episodio finito nell'occhio del ciclone è la posizione sospetta di Ripa che da il là al vantaggio dei catanesi. L'assistente numero uno Gregorio segnala la posizione irregolare dell'attaccante rossoazzurro ma il direttore di gara invita i calciatori a proseguire valutando il tocco di Tascone come una "giocata" e non come una "deviazione". Nonostante le vibranti proteste e la stranezza nel vedere un direttore di gara che rettifica una decisione di fuorigioco, solitamente di competenza quasi esclusiva dell'assistente, la decisione di Sozza è corretta. Ripa è sì in posizione geografica di fuorigioco ma non ha influenzato Tascone il quale, svirgolando il pallone, a seguito di una giocata volontaria, sana la posizione della punta. Per i meno esperti del regolamento è necessario chiarire che un giocatore che si trova in una posizione geografica di fuorigioco può segnare una rete, se dalla sua posizione non trae vantaggio. Fino a qualche anno fa si sentiva spesso parlare di fuorigioco attivo o passivo, oggi invece il settore tecnico utilizza l'espressione "impattare col gioco o con l'azione". Pertanto deve ritenersi che un calciatore in posizione di fuorigioco nel momento in cui il pallone viene giocato o toccato da un suo compagno deve essere punito soltanto se viene coinvolto nel gioco attivo: 
• interferendo con il gioco, giocando o toccando il pallone passato o toccato da un compagno;
• interferendo con un avversario;
• impedendogli di giocare o di essere in grado di giocare il pallone, ostruendogli chiaramente la linea di visione, o contendendogli il pallone, o tentando chiaramente di giocare il pallone che gli è vicino quando questa azione impatta sull’avversario, o facendo un’evidente azione che chiaramente impatta sulla capacità dell’avversario di giocare il pallone. 
Regolamento alla lettera deve condividersi la decisione dell'arbitro poichè Ripa resta fermo in area di rigore e raccoglie un pallone che Tascone gioca "senza essere in alcun modo influenzato dalla posizione (SOLO) geograficamente irregolare dell'attaccante". Resta l'unica decisione condivisibile del direttore di gara. 

Inesistenti entrambi i rigori accordati. All'82' viene concesso un calcio di rigore alla Paganese ma Aya, autore del quarto gol etneo, prende posizione su Scarpa: rigore generoso. Ancora più generoso quello concesso al 90' al Catania: Mazzarani in versione Cagnotto, forse per le condizioni meteo avverse, si lascia cadere in area. Sarebbe stato corretto ammonire il centrocampista offensivo etneo per simulazione. Non viene invece accordato l'unico rigore evidente di giornata: al 71' Piana stoppa con un braccio il cross di Marchese, in questo caso vi erano gli estremi per la massima punizione (foto sopra). Bocciato il direttore di gara, non può bastare l'interpretazione corretta (ma comunque opinabile) sul gol di Ripa ad insabbiare una prestazione disastrosa dell'intera terna.

Daniele Ferrara
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