LA PARTITA DEL TIFOSO

LA PARTITA DEL TIFOSO - FRA ROSARI E CALCOLATRICI...

I conti li facciamo alla fine, dopo aver comprato l’ennesima calcolatrice, magari.

Sembra che in tutta Pagani non si trovi più una calcolatrice!! E non è mica perché, così, all’intrasatto noi paganesi siamo tutti diventati dei matematici e siamo in grado di fare i conti a mente, macché! Mi dite voi, con questa squadra, che calcoli vogliamo fare? Meglio, a questo punto, dotarci di rosari e metterci a fare la novena, organizzare gruppi di preghiera, fare andata e ritorno a Pompei, possibilmente a piedi scalzi e sperare che anche questa volta lassù qualcuno ci ami. Eh, ma Lui deve proprio amarci tanto e deve proprio avere una grande pazienza, Lui, se pure stavolta, alla fine, ci dice bene e restiamo in C! Ma non voglio essere profano e fare peccato, meglio, visto i tempi che viviamo, che si preghi per ben altro che per una squadra di pallone: vabbuo’, se proprio avanza qualche grano, alla fine…

È evidente che non servivano miracoli per salvarci, neppure quest’anno. È evidente che, come ogni anno, anzi, più che degli altri anni, serviva una squadra appena decente e dignitosa per raggiungere il risultato tanto agognato. Con una squadra già retrocessa prima ancora di iniziare, con tante squadre che hanno di buono solo la storia e il nome e con una Cavese che ha attraversato davvero delle disgrazie, oltre a essere scarsissima, quest’anno quasi quasi ci si salva con poco più di 30 punti. Si, ahi capito bene: meno di 1 punto di media/partita.

Ci eravamo lasciati tanto bellini, dopo che quella folata di vento ci aveva dato la vittoria a Bisceglie (meno male) e poi tre sconfitte consecutive, senza mai sembrare di essere in grado di potercela giocare, fatta eccezione, per il primo tempo contro la Juve Stabia. E dopo Bisceglie, tutte le calcolatrici tirate fuori dai cassetti sono miseramente volate dai balconi e finestre di noi poveri tifosi azzurrostellati.

L’immagine che mi è rimasta in mente e che tormenta i miei sonni, da domenica scorsa è il colpo di testa di Mendicino, su una delle poche azioni decenti che abbiamo fatto: la disinvoltura, la nonchalance (da google: atteggiamento, per lo più ostentato, di indifferenza o noncuranza) non mi fanno prendere più sonno. Ma come si fa, dico io?! Ma stoppa la palla e tira una seggiata sotto la traversa, con tutta la rabbia e la cattiveria di uno che sta inguiato (non dico lui, personalmente ma come squadra. Ma a pensarci bene, anche lui, personalmente!) come stai inguaito tu (non dico lui, personalmente ma come squadra. Ma a pensarci bene, anche lui, personalmente!). È ovvio che non abbiamo perso per colpa di Mendicino (ma di chi lo ha preso, messo in campo e lasciato lì per 90 minuti), ci mancherebbe ma quella scena, che volete da me, proprio mi ha finito di buttare giù.

Detto ciò, mancano tre partite (facciamo pure cinque) e vediamo di arrivare meglio possibile ai play out: avere il favore del campo, al ritorno, potrebbe essere vitale.

I conti li facciamo alla fine, dopo aver comprato l’ennesima calcolatrice, magari.

Alberto Maria Cesarano
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