ATTENTI AL SICA...RIO | L'HOBBY DI LATTANZIO? VINCERE I CAMPIONATI
Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando Pantaleo Corvino, all'epoca Ds della Fiorentina, ne scopriva virtù e potenzialità. Giusto 20 anni fa. Riccardo Lattanzio era poco più che sedicenne nel 2005 ma già pronto a proteggere i propri sogni e a sgomitare per imporre il proprio protagonismo. Mancò solo la fortuna, non il valore, come gli anni a seguire avrebbero ampiamente certificato. Lui, andriese doc, la sua avventura l'aveva iniziata proprio in Prima Divisione con la squadra federiciana. Fu Giorgio Rumignani, subentrato a Pasquale Ussia, a concedergli qualche chance dopo una lunga valutazione. Da enfant prodige di belle speranze a uomo vincente il passo è stato breve perché, tre anni più tardi, Lattanzio avrebbe portato a casa la prima semifinale play-off di D con la Nocerina. Proprio grazie ai molossi, il bomber andriese ha potuto sperimentare il primo vero impatto col mondo dei grandi, assicurando pure un discreto contributo di gol considerata la giovane età (5 in 21 presenze). Da allora è stata una ascesa inarrestabile: una finale play-off in D vinta con la Vigor Lamezia e altre tre semifinali raggiunte dall'epilogo meno fortunato, una in D col Campobasso, poi ammesso tra i professionisti, e due in Seconda Divisione con Aprilia e Vigor Lamezia. Il ragazzino terribile era diventato ormai adulto, cominciava a segnare e qualcuno lo vedeva pure come un prezioso portafortuna, un amuleto buono per tutte le stagioni.
A 26 anni la svolta definitiva, il salto di qualità che ne fa un attaccante tra i più forti e appetiti della categoria. Torna ad Andria e porta gli azzurri di Giancarlo Favarin in Lega Pro con 14 centri in 24 apparizioni. È anche il suo record di gol stagionali che gli vale la chiamata del nuovo Venezia, rinato in D sulle ceneri di quello fallito sotto la gestione del russo Jurij Korablin. I veneti, nel mercato di riparazione, non badano a spese per strapparlo al Nardò, con cui viaggiava alla media praticamente di un gol a partita. E chi è a volerlo fortemente in Laguna? Proprio Favarin, che a Venezia ha contribuito a costruire una autentica macchina da guerra capace di fare il vuoto nel girone di competenza e arrivare a timbrare ben 89 reti (6 proprio a cura della punta pugliese). Il tris arriva 12 mesi dopo col Bisceglie: 16 colpi messi a segno, come l'annata precedente, e stellati di Nicola Ragno in C. Proprio Ragno, costretto a cedere alle pressioni del Venezia quando era a Nardò, vuole riprenderselo a tutti i costi e viene accontentato. Come dargli torto. È il momento migliore per Lattanzio: il ritorno tra i professionisti, sposando per la terza volta la sua Fidelis, è il giusto premio per cotanta classe ma, in definitiva, si rivelerà amaro. Almeno parzialmente, perché 8 gol li garantisce. Ma la squadra di Aldo Papagni, pur salvandosi sul campo, non riuscirà ad iscriversi in estate tornando mestamente nel massimo campionato dilettantistico. Si toglie tuttavia un piccolo sfizio consumando una gustosa vendetta ai danni della Paganese: un assist al bacio permette a Lorenzo Longo di segnare il gol decisivo che lascia il "Torre" ammutolito. In precedenza, la sua vecchia Vigor aveva dovuto cedere proprio agli azzurrostellati lo scettro dei play-off in Seconda Divisione.
Dopo aver deciso già da due anni di non lasciare più la Puglia, sceglie anche di tornare ad insegnare calcio in D. A Cerignola trionfa nei play-off del girone H e supera di un gol il proprio record personale in stagione (17), a Bitonto raddoppia vincendo il campionato sul campo prima che la gioia per un traguardo storico venga tramortita dalla penalizzazione relativa ad un illecito dell'anno precedente col Picerno. Resta tuttavia coi neroverdi per altri due campionati e ne diventa capitano, ma una finale e una semifinale play-off persi sono duri da digerire e non riscattano la delusione per una serie C sfumata a causa di motivi extracalcistici. Tuttavia alza l'asticella a 18 centri stagionali nel 2021. Dopo un intermezzo a Barletta, vince il suo quinto campionato in carriera ad Altamura. Poi il rientro a Barletta: i biancorossi sono appena retrocessi in Eccellenza. Per lui il contesto è inedito e può essere insidioso malgrado le ambizioni del nuovo corso targato Marco Arturo Romano. Ma l'amore verso una città che lo aveva adottato prevale su tutto. Dei 72 gol siglati dal gruppo di Pasquale De Candia, 10 sono i suoi.
Il resto è storia recente. Sei campionati vinti, oltre 110 gol in D, una ventina in C e una duttilità talmente incantevole da averlo portato a ricoprire tutti i ruoli offensivi nei più svariati sistemi di gioco. Da settembre ha già griffato tre reti e non c'è nulla di cui meravigliarsi: il talento più invecchia più è bello da ammirare.
Stefano Sica - paganesemania.it


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