
ATTENTI AL SICA...RIO | RICCARDO MANIERO, UNO A CUI NON SERVONO PRESENTAZIONI!
Il papà, Enrico, fece una apparizione fugace nel Napoli all'inizio degli anni '80. Mediano generoso e tuttofare, riuscì giusto a godersi la storica festa del San Paolo con la salvezza del Genoa nella primavera del 1982 e il debutto di un gemellaggio ultraquarantennale tra le tifoserie. La scelta di stabilirsi in città anche dopo la fine dell'esperienza azzurra, non è stata casuale, ma il frutto di un legame maturato quasi in modo naturale. E proprio a Napoli, nel 1987, sarebbe nato Riccardo. Non basterebbe una enciclopedia per raccontare la storia professionale di Maniero, dai primi passi con la Juventus fino ai giorni nostri. Con le giovanili bianconere ha vinto praticamente tutto: Torneo di Viareggio, campionato, Supercoppa e Coppa Italia Primavera, meritandosi la convocazione nella prima squadra di Didier Deschamps. Tanti gli allenatori di prestigio con cui ha lavorato, assorbendone idee, metodi e segreti. Da Conte a Zeman, passando per Di Francesco, Mimmo Di Carlo, Cosmi, Semplici, Galderisi, Pasquale Marino e Marco Baroni, solo per citarne alcuni. Con qualcuno il rapporto è stato assai conflittuale: Mimmo Toscano non lo ha amato più di tanto nel viaggio comune a Terni. Piero Braglia, che lo aveva avuto alle sue dipendenze a Cosenza, lo ha adottato invece come un figlio, spingendo per portarselo ad Avellino per fare grandi gli irpini insieme. Zeman ci ha messo un po' di tempo prima di capire il suo valore. Del resto, con Immobile e Insigne a rapire la platea, come si poteva scegliere diversamente? Ma il bomber partenopeo anche allora seppe aspettare il suo momento. E il gol al 94' alla Nocerina che sancì il primo posto assoluto per gli abruzzesi (già promossi in A), è di quelli che non si dimenticano.
Qualche esperienza non è andata proprio come avrebbe voluto, ma se gli parli di una città in particolare gli brillano gli occhi. La sua Pescara, dove nel biancazzurro-ter, riscattò la finale play-off di B persa col Bologna nel 2014, regalando agli abruzzesi la permanenza in cadetteria nel penultimo atto play-out col Perugia. Il gol del 2-1 all'Adriatico fu fondamentale per incassare almeno la lotteria dei rigori al Curi, da cui gli ospiti uscirono vincitori. Che i tifosi lì lo amino è un eufemismo, gli regalerebbero le chiavi della città ancora oggi. Anche Bari e Catania sono state tappe essenziali per misurare la sua competitività ad alti livelli.
Ma Riccardo Maniero, prima di scegliere di svolgere le ultime stagioni della sua carriera vicino casa (abita nelle zone flegree), ha deciso di intraprendere un rapporto speciale con l'Equipe Campania, il progetto voluto dal Coordinatore AIC per i dilettanti Antonio Trovato e riservato ai calciatori senza contratto o comunque desiderosi di allenarsi in attesa di aggregarsi ai rispettivi ritiri. Del gruppo di stanza al Vallefuoco di Mugnano è ormai un punto di riferimento, come lo è rimasto nell'estate appena finita. E non tanto per una mera questione di prebende o di illustri trascorsi. Ma proprio per l'umiltà che lo contraddistingue e che ne ha fatto un leader incontrastato nello spogliatoio. Senza trascurare la sua simpatia coinvolgente, capace di unire i senatori sotto il suo ombrello protettivo e trascinare nel contempo i più giovani.
Col presidente Nazario Matachione la separazione non è stata particolarmente serena. Ma al Savoia, nella sua prima annata tra i dilettanti, ha lasciato comunque in dote 16 gol, oltre al centro griffato nella semifinale play-off persa con la Gelbison. "Adesso voglio solo divertirmi, voglio stare bene e in un ambiente stimolante e amichevole", ha ribadito a Mugnano. Anche per questo ha scelto di non fare fughe in avanti e di concludere il ritiro mugnanese prima di accettare una delle tante proposte che gli erano pervenute. In Eccellenza lo volevano in tanti (il Portici gli avrebbe costruito ponti d'oro, la Sibilla Bacoli avrebbe fatto un bel sacrificio per lui), in D anche gli estimatori non mancavano, Afragolese in primis. Ma pure la Real Normanna con cui i colloqui sono stati fitti. Club rigorosamente campani perché era nota a tutti la sua decisione di non allontanarsi più da Napoli. Con la Paganese i contatti sono stati frequenti e le parti sono arrivate davvero ad un passo dal matrimonio. L'ha spuntata il Pompei, che lo ha corteggiato al limite dello stalking. In queste cinque presenze gli è mancato solo il gol. Uno come lui lo ritroverà presto e non si fermerà più, senza alcun dubbio. Glielo auguriamo. Preferibilmente a partire dalla gara col Martina.
Stefano Sica - paganesemania.it
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