Capitolo 7

ADDIO DE RISI....INIZIA IL DECLINO
(Stagioni calcistiche dal 1982/83 al 1986/87)
 

La stagione 1982/83 fu amarissima per tanti aspetti. Dopo i bagliori estivi all’ombra dei riflettori del "Vestuti" di Salerno, che ospitò le gare interne della Coppa Italia Professionisti che vide la Paganese affrontare il Cesena di Schachner e Buriani, l’Arezzo del tecnico Angelillo, la Cremonese di Mondonico e Vialli, il Catanzaro dei bomber Bivi e Musella, la Sambenedettese di Sonetti e del capitano Gigi Cagni, per gli azzurri iniziò il declino. La Paganese fu affidata al tecnico Nenè, ma la stagione fu conclusa da Gianmarinaro che non riuscì ad evitare il baratro della retrocessione. Giordano, Giusto, Fiorucci, Cozza, Mosconi, Lanzi, Domenichini, Frediani, Grassi, Onorini, Sapio. Questa l’ultima Paganese che ha militato in C1 che venne accompagnata in C2 da Livorno, Reggina e Nocerina. Ma al di là dell’aspetto tecnico, Pagani e la Paganese in quel periodo subirono un nuovo tragico lutto che sconvolse di nuovo la città che stava ancora interrogandosi sull’assassinio di Marcello Torre. Parliamo dell’uccisione del Presidente De Risi, di nuovo sangue a pochi passi dallo stadio. De Risi, soprannominato “cioccolata”, aveva preso le redini della dirigenza azzurra e l’efferato omicidio mise in ginocchio la Paganese. Venne a mancare il grande stratega che ogni anno la Paganese calava sul tavolo del calciomercato di Milano, ma soprattutto veniva a mancare un grande paganese che amava la Paganese.

La parabola discendente cominciò e stava culminando nella seconda retrocessione consecutiva, nella stagione 1983/84, evitata per “Grazia Ricevuta” all’ultima giornata. Gli azzurri da Della Porta a Tebi, da Chirco a Rasi a Russo a Bacchiocchi al bomber siciliano Nuccio spalleggiato da Sapio sotto la duplice guida di Ardemagni inframmezzata da Aldievitarono il tracollo in extremis, conquistando due vittorie in casa contro Canicattì e Siracusa e cogliendo il punto del paradiso a Licata con un disperato 2-2 che staccò di una lunghezza Grumese, Latina e Marsala che piombarono nell’inferno dell’Interregionale.

La stagione 1984/85 fu completamente diversa da quella precedente; difatti la società si affidò all’esperienza di Gino Quaratino che plasmò una formazione giovane e sbarazzina ponendo sulla panchina azzurrostellata il tecnico ed ex bomber azzurro Angelo Mammì. Da questa stagione inizia un nuovo ciclo che si concluderà alla fine dell’annata 1986/87. La nuova Paganese era costituita dagli arrivi dalla Turris di Ammendola ed Izzo, dall’Avellino di Schiano, Di Bari e Cardamuro, dalla Casertana del portiere Pagliarulo ma la vera rivelazione fu un giovane di nome Franco Santaniello prelevato dalla vicina S.Lorenzo. Mister Mammì impresse come non mai la propria mano sulla formazione azzurra che si schierava con Pagliarulo, Scotti, Tebi, Izzo, Di Bari, Ammendola, Spigariol, Russo, Cardamuro, Cocciari, Sapio. Era una Paganese che dopo i primi due passi falsi in trasferta a Potenza e a Frattamaggiore iniziò una serie di risultati utili che la portarono a stazionare sempre a centro classifica. Nella prima fase di campionato spicca la vittoria a Sorrento per 2-1, che alla fine soccomberà anche al ritorno a Pagani, con gli azzurri che toglieranno quattro punti su quattro ad una delle due formazioni che approderà alla fine del torneo in C1. Nel ritorno la formazione di capitan Cocciari mantiene lo stesso andamento costante, comincia a segnare il giovane attaccante Santaniello che a fine stagione verrà ceduto all’Udinese di Zico. La Paganese conquista un onorevole ottavo posto e l’unico rammarico di quella stagione è di non aver avuto un grande attaccante, visto che sono andati a rete un pò tutti da Ammendola a Spigariol, da Sapio a Cocciari, da Schiano a Santaniello.

Il bel campionato dell’anno precedente, nella stagione 1985/86, venne subito archiviato. Il Presidente Cascone porta sulla panchina azzurra Gennaro Olivieri ma il matrimonio con il sodalizio azzurrostellato durerà dieci giornate. All’undicesima arriverà Pietro Fontana che rimetterà in carreggiata una Paganese che nelle prime dieci uscite dell’era Olivieri collezionò 1 vittoria, 5 pareggi e 4 sconfitte. L’arrivo di Fontana coincise con il ritorno alla vittoria con l’Akragas, i due punti, infatti, mancavano dalla prima giornata. Anche quest’anno, ma in maniera più marcata, il problema risultò l’attacco che mancava di una punta capace di capitalizzare il gioco della squadra. Infatti gli arrivi nel reparto avanzato di Mancuso e Poliselli non colmarono la lacuna. Alla fine la Paganese si piazzerà al quattordicesimo posto con 31 punti a pari dell’Afragolese un punto in più dell’Akragas che abbandonò il calcio professionistico insieme a Gladiator e Canicattì.

Nel 1986/87 non ci fu reazione a quel quattordicesimo posto, visto che la Paganese lo peggiorò al diciottesimo: ciò significò la retrocessione nel campionato di Interregionale. La Paganese di Vincenzo Cascone, nonostante il cambio in panchina da Michele Abbandonato ad Angelo Mammì, dovette ammainare il vessillo nel campionato di C2. A Pagani giunsero l’esperto portiere Tortora che con Ammendola, Iannuzzi, Tebi e il capitano Tarallo costituirono una difesa colabrodo visto i 38 gol subiti. In attacco, a confermare la tendenza negativa degli ultimi anni, i vari Mancuso, Cardamuro, Fracas, giunto a furor di popolo a campionato iniziato, non riuscirono a segnare più di 11 gol. Le vittorie furono 3 contro Rende, Giarre e Siracusa, le sconfitte 19, i pareggi 12, con questi numeri la Paganese in 34 giornate 20 punti che la collocarono all’ultimo posto in classifica alle spalle di Nissa e Rende. Sul finale di stagione, quando il destino della Paganese era ormai segnato, giustamente il tecnico Mammì sempre amante dei giovani lanciò sul palcoscenico della C2 numerosi calciatori locali come Gabola, Vicidomini e Amendola. La Paganese dopo undici anni di militanza tra serie C, C1 e C2 ritorna mestamente nel campionato Interregionale che aveva abbandonato nella stagione trionfale del 1975/76.

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