IN PUNTA DI PEPE

IN PUNTA DI PEPE - TRE SBERLE, PIEDI A TERRA E QUALCHE DILEMMA TATTICO

Tre sberle dalla Ternana e piedi saldamente a terra. Il sabato pomeriggio della Paganese non è stato di certo indimenticabile ma, a dire il vero, in parte ce lo si poteva anche aspettare. Che quella con le fere rossoverdi fosse una sfida molto ostica era un dato di fatto ma una debacle a metà gara nessuno poteva metterla in preventivo. Il valore tecnico dell’avversario è stato sicuramente superiore a quello degli azzurrostellati ma, almeno sulla carta, era inconfutabile già alla vigilia. Avevamo però fatto più di un pensierino ad un probabile sgambetto, forse galvanizzati non solo dalla buona prestazione di Catania ma anche dagli innesti effettuati dalla società nella settimana post trasferta etnea. Una rondine non fa primavera, avevamo sottolineato la scorsa settimana. Non sarà però un ko interno, seppur pesante nel punteggio, a farci sbandare nella nostra disamina. Di giudizi affrettati e glaciali sulla bontà o meno della rosa allestita ne ho sentito diversi già dal fischio finale di sabato scorso. D’altra parte la piazza azzurrostellata è molto umorale ed avvezza a repentini cambiamenti di pensiero a seconda del risultato finale. La sfida persa con la Ternana lascia anche molti rammarichi. Gli uomini di Lucarelli hanno meritato, anche perché forti di un’organizzazione tattica notevole ed impreziosita da giocate di livello, tenuto conto delle qualità tecniche di diversi calciatori rossoverdi. Incassare però un tris di reti su altrettanti errori tecnici dei singoli fa rabbia. La Ternana, da grande squadra, non aveva bisogno di regali che la nostra Paganese ha pur saputo confezionare comodamente su un piatto d’argento. Mettere dietro la lavagna questo o quel calciatore non è mio costume, anche se sarebbe fin troppo facile gettare la croce addosso ai vari Fasan (superlativo nella ripresa), Cigagna e lo stesso Bramati, reo di un inutile fallo da tergo a tempo oramai scaduto. Promossi a Catania e bocciati con la Ternana? Bisogna essere seri ed attendere almeno altre tre partite, magari mettendo in condizione anche gli ultimi arrivati, per fotografare parzialmente la situazione della nostra Paganese.

Di certo a livello tattico c’è stato qualcosa che non è andato per il verso giusto. Non mi riferisco solo al modulo ma principalmente agli interpreti, nonostante la consapevolezza che alcune precise incombenze tattiche poggiano sulle spalle di alcuni elementi per precise direttive societarie. In cabina di regia, dove prende corpo l’intera manovra di una squadra, bisogna essere schietti e senza fare troppi giri di parole. L’esperienza non si acquisisce con un batter di ciglia ma giocando e favorendo l’inserimento di un calciatore per gradi. La scelta di Erra di affidarsi a Bonavolontà contro la Ternana, ma anche contro il Catania, resta un rischio molto alto e che può bruciare lo stesso ragazzo. Sabato pomeriggio le difficoltà del giovane play azzurro sono state palesi. Risucchiato ed annientato dal pressing dei dirimpettai, oltre ad essere ignorato sovente dagli stessi compagni nella costruzione del gioco, per Bonavolontà non è stata una giornata facile. Avrà occasioni di rifarsi ma pensare di considerarlo il sostituto naturale di Capece è un azzardo. Erra ha voluto Benedetti in organico e l’ex Gubbio, pur a gara compromessa, davanti alla difesa ha dimostrato di reggere meglio il confronto. Da questo dilemma possono derivare talune scelte future dell’allenatore. La duttilità poi di diversi calciatori può suggerire varianti del copione tattico che questa Paganese potrebbe adottare. Non mi immergo nei numeri ed in moduli tattici perché Erra sa bene dove correggere interpreti ed impostazione di gioco, a patto che sia libero di fare determinate scelte. Il rebus è tutto qui. Si può cambiare canovaccio e rimanere competitivi perché questa Paganese, nonostante i discorsi catastrofici di qualcuno, ha margini di miglioramento non appena avrà trovato la sua esatta dimensione sul rettangolo di gioco.

Francesco Pepe
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