SOTTIL CHIEDE SEGNALI: "IL TEMPO DELLE CHIACCHIERE E' FINITO. TIRIAMO FUORI GLI ATTRIBUTI"

10.03.2015 16:04

Che fosse un personaggio mai scontato e banale lo si era già capito. Ma Andrea Sottil, alla vigilia di un match cruciale come quello di domani sera contro l'Ischia, ha la determinazione giusta e di certo non le manda a dire ai suoi giocatori. "Il tempo delle chiacchiere è finito", ripete l'allenatore della Paganese, che con parole forti chiede ai suoi di ritornare alla vittoria. "E' una gara importantissima, uno scontro diretto da affrontare con piglio diverso rispetto a Melfi, consapevoli che dobbiamo centrare l'intera posta in palio perchè cominciamo ad essere obbligati a vincere. Siamo chiamati a dare un segnale forte in primis a noi stessi, poi alla società e ai tifosi. Pretendo una gara di dignità, orgoglio ed attributi (sinonimo del termine usato da Sottil, ndr). Al di là della tecnica e della tattica, ci sono momenti in cui bisogna tirare fuori tutto, senza appello. Siamo rimasti colpiti dal discorso dei tifosi, ma l'input deve partire da noi, dai calciatori che vanno in campo. Mi aspetto davvero una prestazione di grande cattiveria, di spessore, di concentrazione e coraggio". Ci sarà anche l'opportunità per chi ha trovato meno spazio finora di mettersi in mostra, data l'assenza di tre pedine fondamentali, quali Marruocco, Calamai e Baccolo. "Sono calciatori importanti che però non ci sono, fa parte del calcio ma dispiace perderli proprio in questo momento. Comunque, chi c'è deve farsi trovare pronto per fare una prestazione di livello: ci saranno facce nuove, quindi stimoli nuovi. Chi avrà la possibilità di scendere il campo deve dimostrare il proprio valore, perchè è facile reclamare spazio quando non si gioca: il tempo delle chiacchiere è finito". La determinazione: è l'elemento che più di tutti è mancato nelle ultime due gare con Cosenza e Melfi. Poca cattiveria e poca fame, cose che Sottil si augura di non vedere più. "Ci sono società che stanno peggio di noi, che hanno problemi molto più seri dei nostri, ma che si mangiano vivi gli avversari, calcisticamente parlando. Basti vedere la gara Savoia-Foggia per capirlo. Per questo, proprio non comprendo la nostra malattia. E' vero che il presidente ha dei problemi che gli auguriamo presto di risolvere, ma possiamo comunque contare su dirigenti che sono vicini alla squadra e cercano sempre di accontentarci. Ora dobbiamo scendere in campo per fare il nostro mestiere e farlo con un altro piglio".  

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