IN PUNTA DI PEPE

IN PUNTA DI PEPE - I SOLITI RIMPIANTI CONDANNANO LA PAGANESE

Due letture sbagliate sui gol del Palermo e l'assenza di un vero ispiratore del gioco bloccano gli azzurrostellati

La prima assoluta in quel di Palermo non è andata come si sperava. Al cospetto di una formazione rosanero per nulla trascendentale, gli uomini di Erra rimediano una sconfitta di misura non senza rimpianti. Quelli soliti che ci trasciniamo dietro dall’inizio del campionato e che parlano di una Paganese che lascia stavolta un tempo di gioco agli avversari. Questo copione si è ripetuto anche allo stadio Renzo Barbera dove a piegare gli azzurrostellati sono state principalmente due errate letture difensive che hanno portato a due suicidi firmati da Rauti e Saraniti. Non mi soffermo sull’atteggiamento della squadra, perché di approcci mentali sbagliati alla contesa ne abbiamo visti tanti in queste prime undici giornate di campionato. Piuttosto non sono tollerabili errori marchiani su alcune situazioni di gioco che hanno portato poi ad un ko evitabile se solo un pizzico di attenzione in più avesse accompagnato determinati movimenti da parte di Sirignano e Schiavino. Sul difensore napoletano pesa come un macigno quella scellerata accelerata sulla linea di centrocampo a fermare la ripartenza letale della formazione di Boscaglia. C’erano sul diretto avversario già Gaeta e Squillace e la triplice marcatura non aveva alcun senso. Il risultato è stato poi quello di aver lasciato una prateria allo scatenato Kanoute che ha poi propiziato la rete del vantaggio con un assist al bacio per la girata di Rauti. Quasi simile l’azione che ha poi portato al raddoppio dei padroni di casa con la complicità di un pacchetto arretrato mal posizionato sul colpo di testa da vero uomo d’area di Saraniti sul quale è apparsa in netto ritardo la marcatura di Schiavino. La reazione tanto attesa c’è anche stata nella ripresa dove la Paganese, al di là del fatto di aver accorciato quasi subito le distanze, ha provato a riversarsi nella metà campo avversaria ma senza creare tanti affanni a Pelagotti.

Sicuramente il vistoso calo del Palermo ha agevolato la manovra azzurra che però ha sempre quei punti deboli che andiamo rimarcando da tempo acuiti al Barbera anche dalla squalifica di Onescu. L’assenza di un vero ispiratore del gioco è un tasto dolente e non si può fare a meno di evidenziarlo sperando che il recupero di Benedetti possa mitigare questo gap, anche se a dire il vero l’ex Gubbio non mi sembra abbia le caratteristiche tipiche del regista. La ricerca costante poi del lancio lungo rappresenta un monologo a tratti anche irritante, a maggior ragione quando gli attaccanti non riescano a fare tanti movimenti senza palla. In prima linea qualche buona giocata ma nulla più. La batteria offensiva della Paganese non trova tanti sbocchi e di tiri in porta se ne vedono con il contagocce. A Palermo credo a mente che il portiere di casa non si sia neppure sporcato i guanti. L’ho ribadito anche la settimana scorsa. Il contributo alla causa di Cesaretti e Mendicino è praticamente ben al di sotto della sufficienza quando invece da entrambi ci si aspettava ben altro rendimento. Nemmeno l’ingresso di Scarpa ha prodotto una maggiore concretezza ma dal simbolo della Paganese non è lecito pretendere più di quello che riesce ancora a dare alla stella.

Francesco Pepe
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