IN PUNTA DI PEPE

IN PUNTA DI PEPE - COSI' NON SI VA DA NESSUNA PARTE

Una confusione a tutti i livelli (tecnico e societario) per una Paganese che continua a perdere colpi

Così non si va da nessuna parte e la deriva diventa inesorabile. Le già tristi festività natalizie sono alle spalle, ma a Potenza la Paganese è ancora in vena di regali e ne confeziona uno davvero incredibile alla ripresa di un campionato deludente e che rischia di trasformarsi in un tracollo senza alcun appiglio. Confesso di essere molto preoccupato per la piega che hanno preso gli eventi perché vedo confusione ad ogni livello - societario e tecnico - e nessuno che voglia assumersi le proprie responsabilità per provare a raddrizzare una nave che affonda. Già la questione allenatore era stata gestita in maniera alquanto leggera. Erra è stato richiamato in sella dopo il dietrofront di Campilongo e si era lasciato con la dirigenza con la promessa di avere a disposizione i rinforzi necessari per cercare di correggere errori a raffica commessi in fase di allestimento dell’organico. Invece il mercato è bloccato tra incertezze sul numero degli elementi da ingaggiare e sui ruoli da andare a coprire, conti da far quadrare e poca conoscenza del materiale umano e tecnico da immettere in rosa.

La nuda verità dice questo in un silenzio preoccupante e che non permette di dormire sonni tranquilli, al di là delle difficoltà di una classifica asfittica e di un calendario da brividi che attende la Paganese nel girone di ritorno. Di volti nuovi all’orizzonte non si vede nemmeno l’ombra. Il tecnico non alza la voce dopo essere stato defenestrato e messo in un angolo, salvo poi essere chiamato al capezzale in assenza di altre soluzioni di riserva. Il lavoro del diesse Accardi non porta frutti e si continua a brancolare nel buio in un mix di confusione ed approssimazione imbarazzante. In questo caos i calciatori sono insensibili a qualsiasi richiamo all’orgoglio ed al senso di appartenenza. Prestazioni come quelle di Potenza pesano sul morale dell’ambiente come autentici macigni. Non si intravede alcuna traccia di risalita, nemmeno dal punto di vista caratteriale di una squadra in cui l’assenza di esperienza e di un vero leader in campo e nello spogliatoio si sente eccome. A volte diventa fin troppo semplice gettare la croce sui calciatori più giovani che diventano i parafulmini di una situazione più grande di loro. La verità però è un’altra e fa male ammetterlo.

Questa Paganese è stata tradita da quei calciatori che avrebbero dovuto trascinare il gruppo, al netto degli errori commessi dalla società di via Filettine nella scorsa estate quando forse bisognava ragionare in maniera diversa in tempo di riconferme e di rinnovi contrattuali. Spero che questo tipo di discorso sia stato recepito nelle stanze della sede sociale. Una tirata d’orecchie a qualche senatore appare d’obbligo perché di chiacchiere ne sono state fatte abbastanza. Così come è arrivato il tempo che si prendano decisione chiare ed inequivocabili. C’è una categoria da salvare ed un patrimonio da difendere e solo il presidente Trapani può fare le scelte necessarie, anche se dolorose. Il dado è tratto……aspettiamo la prossima mossa.

Francesco Pepe
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