LA PARTITA DEL TIFOSO

LA PARTITA DEL TIFOSO - QUANDO LA COLPA E' DI TUTTI...

A questa squadra “manca il centesimo per fare la lira”

E lecchiamoci ancora le ferite, pure questa volta!

Nessuno di noi avrebbe osato mai immaginare la nostra prima volta a Palermo (al netto delle gite e delle abbuffate di cannoli, ovviamente) così: una partita che, con un poco di attenzione e un pizzico di determinazione in più, avremmo potuto tranquillamente pareggiare, se non qualcosa di più. Di certo, i palermitani non si ritrovavano una squadra così mediocre da tanto tempo ed è per questo che avremmo potuto e dovuto osare di più. Questa squadra, ormai dopo undici partite, mi dà sempre più l’impressione che non riesce a fare quel cambio di passo che possa proiettarla a un campionato tranquillo. Insomma, come direste voi, o’ contifosi dal pelo grigio, a questa squadra “manca il centesimo per fare la lira”.

Mi spiego meglio, almeno ci provo. La nostra squadra sta messa bene in campo, ma spesso si trova in balia di giocate anche facili ed elementari degli avversari. I nostri difensori danno spesso la sensazione di avere la situazione sotto controllo, ma eccolo lì l’errore che li condanna. L’attacco sembra ben fornito in quantità e qualità, ma di gol - in particolare su azione - neppure a parlarne. E ora passiamo al centrocampo: mi dispiace, non pervenuto! Domenica, per lunghi tratti della gara, mi è sembrato giocassimo un 3 (+ 2 esterni)-0-2. Troppe volte abbiamo tentato di bypassare i tre lì in mezzo, profondendo lanci lunghi in quantità industriale, per degli avanti che, sebbene bravi, non sono esattamente dei colossi di Rodi. È perché non crediamo nei nostri centrocampisti? Non ci credono, se non il mister (ma sì, forse anche lui non ci crede tanto), quantomeno i difensori? Perché a me, dall’inizio del campionato, quelli dietro danno l’impressione di appoggiarsi mal volentieri ai ragazzi del centrocampo, e non certo per questioni di antipatia o sfizio personale. Basta fare una misera partita tra scapoli e ammogliati per sapere che, se manca la fiducia verso un compagno di squadra, da lui vai giusto perché non puoi farne a meno, perché come te ha pagato per il fitto del campo. Ma stai pur certo che nei momenti del bisogno la passi a quello bravo, non certo a quello che consideri non all’altezza. E non lo fai, mi ripeto, per sfizio o perché sei un cattivo ragazzo ma è che proprio non ti viene. E allora, se così fosse (e magari così non è, perché lo dico io che non capisco niente e poi perché io ero quello che recriminava per aver pagato ma nessuno gliela passava): al momento di allestire la squadra, questa estate, ci siamo resi realmente conto delle potenzialità dei ragazzi che abbiamo, soprattutto là in mezzo? E se per bypassare (repetita iuvant) il centrocampo, con lanci lunghi, fosse servito, non dico proprio lui ma almeno il fratello cugino fesso del colosso di Rodi, perché non abbiamo pensato di prendere un attaccante con caratteristiche di ariete, ben diverse da quelle dei nostri?

Sento dire e dare tante spiegazioni alla sconfitta: l’errore del difensore, l’allenatore che non ci capisce niente, gli attaccanti che non rendono (almeno i subentranti), la difesa che non tien, il centrocampo che non fa filtro e gioco, Ciccio che non ha più trent’anni, altrimenti ci avrebbe tolto lui gli schiaffi da faccia, ecc. ecc..

Il pensiero mio è che il problema è un po’ tutto questo, messo insieme. E non lo dico per vigliaccheria perché so bene che dando la colpa a tutti la sto dando a nessuno. La mia affermazione, va da sé, è alquanto ovvia, ma è quello che penso. Noi siamo questi al momento. E la speranza è che questi possano bastare a mettere cinque squadre sotto e tenere duro fino a dicembre. A quel punto, quando sarà evidente che la colpa è di “quello lì”, sarà molto più facile operare le giuste modifiche.  

A finale, nel pallone, quando la colpa è un poco di tutti è sempre di uno solo, sia ben chiaro. A proposito: grazie ancora!

Alberto Maria Cesarano
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