10-0: NUMERI E ANEDDOTI DI MELFI-PAGANESE
Melfi-Paganese: la gara della scaramanzia, le "Carcio...ffole", la Paganese ad un passo dall'Europa e Pino Palumbo esonerato. Questo e tanto altro in 10-0, la rubrica "semiseria" di #paganesemania.
DIECI i tentativi al secondo cominciati dopo pranzo e terminati intorno alle 17.30 per cercare di avviare Sportube e non perdere la partita. Un destino che ha accomunato un po' tutti i tifosi della Paganese, che in un fine settimana difficile per il canale tematico della Lega Pro (problemi - i primi in oltre un anno - risolti comunque), sono stati i più fortunati di tutti perchè forse l'unica gara che si è riuscita a vedere è stata proprio Melfi-Paganese. Immaginate se avessimo vinto e non si sarebbe vista la partita...qualche scaramantico avrebbe già chiesto di oscurare tutto per l'intera durata del campionato. Il coraggio non manca!
NOVE le occasioni avute dalla Paganese, compreso il gol di Carcione da casa sua, dall'inizio della partita fino al pareggio di Masia. Gli azzurrostellati hanno prodotto una quantità industriale di palle-gol, in particolare nel primo tempo, col Melfi alle corde. E anche nella ripresa, pur non giocando, ha costruito più volte le chance per il colpo del ko. Bisogna chiuderle prima queste partite..
OTTO il numero di maglia indossato da Guerri per la Paganese e Longo dal Melfi. E' il numero che solitamente indossa il centrocampista di rottura, quello che deve far legna al fianco del regista. Guerri incarna questo ruolo in maniera perfetta, disputando forse una delle sue migliori partite, agendo in lungo ed in largo a centrocampo. Longo, invece, personalmente me lo ricordavo (nelle poche apparizioni dello scorso anno) un esterno d'attacco. Inspiegabile la decisione di Palumbo di piazzarlo in mediana con Giacomarro, quando in panchina c'erano altri centrocampisti. Poi vedi la fine che ha fatto Palumbo e capisci tutto.
SETTE la posizione in classifica che da domenica sera occupa la Paganese. Un inizio di campionato abbastanza positivo per gli azzurrostellati che senza qualche passaggio a vuoto sarebbero ancora più su. La graduatoria, però, è ancora troppo corta. La Paganese è praticamente nel mezzo: a quattro punti dalla zona playout (Matera) e a quattro punti dal tandem Messina-Cosenza ora alle spalle della Casertana, capolista in fuga. Per Grassadonia il match del Valerio era come "la finale di Champions League", ma settima posizione non vale neppure l'Europa League. Le possibilità per restare in scia e non restare nell'anonimato, però, ci sono tutte.
SEI i componenti, ognuno con la propria assurda scaramanzia, con i quali ho seguito la partita di domenica. C'è chi è rimasto seduto allo stesso posto per 90', chi come Ciccio Pepe, dopo aver incitato Carcione al tiro in occasione del primo gol, ha fatto altrettanto anche sulla punizione del raddoppio, chi ha risposto ad una telefonata noiosissima subito dopo l'1-1 perchè aveva ricevuto la stessa telefonata sullo 0-0...una gabbia di matti. Si è salvato solo un baby tifoso azzurrostellato (sette anni), che è stato considerato colpevole del pari di Masia solo perchè aveva osato andare in bagno. Vedi il punto DIECI.
CINQUE le volte in cui la Paganese è passata in vantaggio, nell'arco del campionato, e poi si è fatta riprendere. E' successo con Martina, Messina, due volte con l'Ischia e appunto a Melfi. All'Arturo Valerio l'unica vittoria, l'unica volta in cui gli azzurrostellati sono riusciti a reagire, mentre nelle precedenti tre occasioni era arrivato solo un pareggio. Se si pensa ai gol falliti prima di questi pareggi e ai gol subiti, nell'ordine, da Sirignano, Tavares, Orlando e Izzillo, salgono ancor di più i rimpianti, perchè è impossibile aver sprecato così tante occasioni. Per fortuna a Melfi si è invertita la tendenza: sarebbe stata l'ennesima chance gettata alle ortiche.
QUATTRO i difensori schierati da Grassadonia, che ritorna al 4-4-2 delle sue origini dopo aver giocato col 3-5-2 con l'Ischia. Una linea difensiva che ha rischiato tutto sommato poco, ma che si è dovuta adattare al modo di interpretare il ruolo di terzino destro da parte del francese Ravy Tsouka Dozi. Il giovanissimo difensore, che aveva destato una buonissima impressione con l'Ischia da centrale, è costretto per esigenza a spostarsi in fascia. Difficilmente perde i duelli fisici, è un macigno e non lo sposti. Ma spesso e volentieri ha lasciato la sua posizione, costringendo Berardino ad agire da esterno basso.
TRE anni e mezzo dopo quel Paganese-Fano 2-1, deciso da un gol siglato da Luca Fusco quasi negli spogliatoi (dopo un "litigio" a distanza con il tecnico che non voleva che si spingesse in avanti), Palumbo rincontrava gli azzurrostellati. Dopo quella vittoria, che di fatto sancì l'approdo ai playoff, il mister di Venosa fu esonerato, per fare posto nuovamente a Grassadonia, che quegli spareggi li avrebbe vinti. E' stata anche la sua ultima volta in panchina. Tornato nel giro in estate a Melfi, aveva immaginato un epilogo diverso per la sfida con la Paganese, magari anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, pur non essendo nel suo stile. Purtroppo la sconfitta è costata la sua panchina ed è stato esonerato.
DUE le reti di Carcione che in settimana aveva candidamente ammesso di avvertire la mancanza del gol, dopo qualche tentativo non andato a buon fine (su tutti la traversa col Cosenza nel finale). "Detto, fatto", per citare uno slogan in voga a Pagani lo scorso decennio. L'Imper..atore del centrocampo della Paganese segna praticamente da casa sua l'1-0, è il primo a provarci subito dopo il pari di Masia, trovando poi qualche minuto più tardi la doppietta su punizione, con la complicità di Santurro che si fa piegare le mani. E, come ha detto un amico-collega in preda ai fumi di Carlo Alvino, Che Carcio....ffl!
UNO il tiro in porta nell'arco di novanta minuti da parte di Eric Herrera. Il talento panamense, dopo aver spianato la strada a Canotto con un tacco da paura (poi quest'ultimo si "buca" con un diagonale inguardabile), si mette in proprio nel finale del primo tempo. Lancio dalle retrovie, stop da applausi con l'esterno destro e colpo di sinistro che però non sorprende il suo ex capitano Marruocco. Herrera, poi, non lo si vedrà più. E deve sempre spiegarci perchè, dopo il salto di qualità tentato lo scorso gennaio a Lecce, abbia scelto proprio Melfi.
ZERO le vittorie che la Paganese aveva ottenuto a Melfi prima di domenica pomeriggio. Due sconfitte, l'ultima l'anno scorso con una Paganese bruttissima è dir poco, e due pareggi all'Arturo Valerio erano stati il magro bottino conquistato dagli azzurrostellati. E per fortuna che non ho sentito frasi la scorsa settimana come "sfatiamo anche questo tabù", "è ora", anche perchè quest'anno ci è andata male su tutti i fronti. Quindi non lo diciamo più che in casa non vinciamo dalla terza giornata...
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