IN PUNTA DI PEPE

IN PUNTA DI PEPE - PAREGGIO FRA ERRORI DELL'ARBITRO E DEL TECNICO

Mediocre la direzione arbitrale di Rinaldi, incomprensibili i cambi di Di Napoli all'intervallo

L’amarezza ed il rammarico sono difficili da digerire all’indomani del pareggio casalingo contro la Viterbese che non consente alla Paganese di staccarsi, anche se momentaneamente, dalla zona playout. Inutile girarci attorno, la partita con i laziali bisognava vincerla e per una mezz’ora abbiamo anche cullato la speranza di centrare l’obiettivo. Poi è accaduto quello che mai ci saremmo aspettati a conferma che calcoli, tabelle e partite senza storia non esistono. Se vogliamo conquistare la salvezza bisognerà inserire un tassello alla volta con le nostre sole forze. Dico questo perché dietro la frenata in classifica, i cui segnali si erano già avvertiti a Teramo, ci sono anche episodi sfavorevoli che possono minare il cammino da qui alla fine. Di questi ostacoli la Paganese ne ha trovati diversi nell’ultima sfida infrasettimanale. Non mi riferisco alle positività al Covid, che pure possono togliere concentrazione e creare apprensione, ma ad alcune decisioni arbitrali che hanno influito a mio giudizio sull’esito felice della contesa.

La direzione arbitrale del signor Rinaldi, poco assistito anche dai suoi collaboratori, è stata pessima sotto tutti i punti di vista ed ha indirizzato la sfida su binari poco favorevoli agli azzurrostellati. Il primo episodio è facilmente individuabile a metà del primo tempo quando Bianchi rifila una manata a Diop proprio sotto gli occhi del fischietto veneto che pensa bene di graziare il calciatore ospite con una semplice ammonizione. Sanzione molto leggera per la gravità del gesto ed a maggior ragione perché consumatosi sotto gli occhi del mediocre Rinaldi. Un rosso diretto ci stava tutto con la gara già incanalata sul vantaggio azzurrostellato che andava a quel punto gestito ed incrementato. L’altro episodio riguarda l’espulsione di Sirignano a venti minuti dalla fine. Non faccio riferimento alla gomitata che il nostro capitano ha rifilato al suo diretto avversario perché ci stava tutta. È la prima ammonizione dodici minuti prima che è stata eccessiva quando entrambi i calciatori sono caduti incrociando fortuitamente i tacchetti nel rincorrere la sfera. Un frangente delicato che ha costretto la Paganese a difendere il pareggio fino al novantesimo e senza aver più fiducia nei propri mezzi per cercare di arrivare all’intera posta in palio.

Ma è stato solo l’arbitro? No, è la risposta forte e netta che mi sento di dare. Personalmente ho capito poco, se non nulla, delle scelte di Di Napoli ad inizio ripresa. Se Sbampato andava sostituito per noie fisiche con l’inserimento di Schiavino, non ho digerito la scelta di affidarsi a Bonavolontà lasciando in panchina Gaeta. Non solo Bramati aveva disputato un buon primo tempo, al pari di Antezza, ma la politica societaria degli under poteva essere attuata anche con ingressi diversi. Mi viene da pensare magari a Carotenuto per Squillace con lo spostamento di Zanini a sinistra, senza intaccare così il numero dei giovani sul rettangolo verde. Nemmeno la motivazione data da Di Napoli nel post gara mi è piaciuta. Vedere un calciatore in crescita di condizione e premiarlo lanciandolo sul terreno di gioco è stato un rischio grande che in questo momento la Paganese non può permettersi assolutamente. Come appare evidente, sempre secondo il mio modesto parere, ce ne sono di ragioni che mi spingono ad essere stavolta critico e deluso. Sarà anche vero che le partite vanno chiuse e che la fortuna non ha assistito i nostri calciatori ma non vorrei che questi due punti persi per strada possano essere determinanti alla fine del campionato quando calerà il sipario e vedremo se la stella dovrà giocarsi le sue carte nella post season o potrà brindare ad una salvezza che resta alla portata nonostante errori, stanchezza e cali di concentrazione.

Francesco Pepe
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