10-0: NUMERI E ANEDDOTI

10-0: NUMERI, ANEDDOTI E CURIOSITA' DI MATERA-PAGANESE

Torna il campionato e torna 10-0, la rubrica "semiseria" di #paganesemania, che vi racconterà ogni gara con numeri abbinati ad aneddoti e curiosità. Si comincia con #MateraPaganese.

DIECI alla costanza con la quale, per tutto il primo tempo, il vulcanico presidente del Matera, Saverio Columella, ha incitato la sua squadra, per usare un eufemismo, dalla propria postazione. Peccato che questa fosse immediatamente dietro la panchina della Paganese, col povero Grassadonia che è stato oggetto anche di qualche parola fuori posto. Forse Columella ci sarà rimasto male riguardo al fatto che ha cercato Grassadonia in estate e questi abbia preferito di restare a Pagani. A fine primo tempo, poi, non se le son mandate a dire il presidente biancazzurro e il ds azzurrostellato Ferrigno presente in panchina. Per onor di cronaca, nella ripresa il numero uno del club lucano ha cambiato posizione.

NOVE il numero di maglia che manca alla Paganese, insieme ad altri - è vero - ma questo ha un valore particolare. L'assenza del 9 è la mancanza di una punta che sappia far salire la squadra, sappia mettere in apprensione le difese avversarie, sappia giocare in area di rigore. Nel primo tempo ha provato a farlo Parlati, il quale ha dimostrato di essere più che utile in mediana, qualcosa è cambiato con l'ingresso in campo del paganese Stoia, il quale si è tolto anche la soddisfazione del gol poi annullato dal mediocre arbitro Panarese.

OTTO al carisma di Manolo Pestrin, 38 anni suonati e ancora a correre come un ragazzino. Nonostante le difficoltà di tutta la squadra nel primo tempo, l'esperto centrocampista romano è stato fra i primi a suonare la carica e ha incitato i suoi alla grandissima anche dopo il 2-0, per cercare di tenere alta la concentrazione, oltre che la gara aperta. 

SETTE i secondi di reiterata, assurda ed inutile protesta del difensore Leonardo Longo che, al triplice fischio, corre dall'arbitro a protestare per la mancata concessione di un angolo o di un fallo (non si è ben capito) che avrebbe prolungato il recupero. L'arbitro dapprima lo grazia, poi non può far finta di non sentire qualche parola di troppo e gli sbatte in faccia il rosso. 

SEI le volte in cui il giovane attaccante della Paganese, Raffaele Stoia, cresciuto nelle giovanili azzurrostellate e paganese doc, si mette le mani fra i folti capelli dopo l'annullamento della sua rete. Un sogno infranto per il 18enne, che stava bagnando con un gol il suo debutto fra i professionisti, con la squadra della sua città. Dovrà ringraziare a vita il secondo assistente dell'arbitro, alle prese con un twist sulla linea: l'unica spiegazione plausibile per la postura del corpo che aveva assunto nell'occasione.

CINQUE i chilometri orari coi quali viaggiava il passaggio di Silvestri per Picone che ha spianato la strada a Carretta e al Matera per l'1-0. Il rammarico maggiore nasce proprio dal fatto che il primo gol, la rete che ha spezzato l'equilibrio, è stata generata da un errore individuale di un singolo. E possiamo anche immaginare la rabbia di Grassadonia che su quelle situazioni di gioco, in cui il difensore esce palla al piede e fa riparte l'azione, perde la maggior parte del tempo dei suoi allenamenti. 

QUATTRO gli esordienti assoluti fra i professionisti che ha schierato la Paganese. Due dall'inizio, i centrocampisti Parlati e Bernardini, e due a gara in corso, gli attaccanti Stoia e Sburlino. Un bel riconoscimento per il settore giovanile che, eccezion fatta per Parlati, uno dei più positivi, ha portato tre giovani al debutto in prima squadra, dopo De Feo, Borsellini e Acampora lo scorso anno. Questo, però, dimostra che come l'emergenza degli azzurrostellati a Matera, ma nonostante tutto non c'è stata alcuna figuraccia...è il manico che è buono!

TRE le più corpose interruzioni di gioco che ci sono state fra il 2-0 e la fine del primo tempo, tutte utilizzate dall'allenatore in seconda Luca Fusco per dare istruzioni al povero terzino Picone che stazionava da quelle parti. Il classe '95 ha vissuto una prima frazione da incubo, con Carretta che ha trovato terreno fertile dalle sue parti a causa dell'impatto al match non proprio positivo del giovane azzurrostellato. Mimi di movimenti, indicazioni a voce continue e incitamenti vari: scene che hanno ricordato il trattamento avuto a Rieti un anno fa con Palomeque, contro la Lupa Castelli, letteralmente in bambola e letteralmente portato con la manina da Fusco. Ma rimettere le scarpette proprio non si può?!

DUE i falli commessi in rapida successione da Carretta nel primo tempo ed entrambi abbuonati dall'arbitro Panarese. Un trattamento di favore che non è andato giù al tecnico della Paganese Grassadonia, il quale, sul secondo fallo e sul conseguente ennesimo richiamo solo verbale al numero 20 biancazzurro, ha chiesto lumi al fischietto leccese. Risultato? Ci stava rimettendo proprio Grassadonia.

UNO il chilometro percorso, rigorosamente a piedi, per trovare un bar prima della gara. Arrivati con netto anticipo, non è stato possibile rifocillarsi se non prima di aver percorso quasi mille metri in cerca di un punto di ristoro. O meglio, un altro c'era, ma era un centro scommesse con caffetteria, non proprio il massimo per chi si trova in trasferta. Allora meglio il simpatico bar di città con annessa chiacchierata con due arzilli anziani tifosi del Matera. Il bello della trasferta!

ZERO gli angoli battuti dalla Paganese durante tutto il match. Un record negativo, frutto del fatto che gli azzurrostellati soltanto nel secondo tempo si sono riversati nella metà campo avversaria. Rimandati, quindi, gli schemi su palla inattiva che nella passata stagione hanno rappresentato il punto forte della formazione di Grassadonia, anche grazie ai piedi educatissimi di Caccavallo e Carcione

Danilo Sorrentino
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