QUATTRO CHIACCHIERE CON...

QUATTRO CHIACCHIERE CON...GIOVANNI RAPPA: "RICORDO IL GOL SOTTO LA NEVE NEL DERBY E L'ODORE DEI CARCIOFI"

26.10.2016 19:09

Questa settimana, ospite della nostra rubrica "Quattro chiacchiere con..." è l’ex centrocampista azzurrostellato Giovan Battista Rappa. 62 anni, da Borgetto in provincia di Palermo, Rappa dopo aver appeso le scarpette al chiodo ha conseguito il patentino di allenatore professionista Uefa A ed attualmente si occupa, insieme ai figli, di negozi di articoli sportivi. Un anno con il Catania nel 1978/79 (28 presenze e 4 gol) e due anni con la Paganese nelle stagioni 1981/82 e 1982/83, con 53 presenze e 5 reti.

Giovanbattista, che ricordi hai delle due esperienze?
“A Catania ho bellissimi ricordi. Arrivai alle falde dell’Etna nel mese di ottobre, l’allenatore era Capelli ed il presidente il grande Angelo Massimino a cui è dedicato lo stadio catanese. Sfiorammo la B che mancammo alla penultima giornata, quando perdemmo a Pisa per due a uno: conquistarono la cadetteria i nerazzurri ed il Matera. Sognavo la B anche di notte e quell’anno davvero ci sono andato vicino. Anche con la Paganese ho dei ricordi bellissimi. Due anni straordinari. Ricordo che la maggior parte dei giocatori abitava a Vietri. In città ho ancora tanti amici con i quali mi sento ancora, come Franchino Monica Sport e Rino il macellaio che sta al corso. Mi ricordo che al primo anno con Mujesan allenatore e con il mio compaesano Santo Giordano, e Giovanni Oddo, sfiorammo la conquista della coppa Italia Professionisti. Quell’anno, la società a novembre - allora si faceva calciomercato a novembre - non volle fare nessun investimento, altrimenti avremmo avuto qualche chance in più per essere competitivi”.

Hai qualche aneddoto relativo alla tua carriera?
“Uno ce l’ho!! A Catania, arrivavo in prestito dalla Reggina ed in porta con i calabresi c’era un certo Vincenzo Tortora di Angri. Mi ricordo che andammo a giocare al Granillo con 25mila spettatori e feci gol a Vincenzo proprio io. Ricordo che partimmo in contropiede io e Labellarte e feci un gol spettacolare. Capelli, a fine primo tempo voleva che uscissi per le botte prese dal mio amico Olivotto ma io non volli uscire ed alla fine ebbi ragione io. In campo non sentivo dolore ma dopo la partita dovettero suturarmi la tibia. A quei tempi, i parastinchi ancora non si usavano".

Invece, di Pagani cosa ricordi?
"Il ricordo più bello è stato il gol alla Nocerina sotto la neve. Ricordo che per farci perdonare dai tifosi giocammo tutta la partita con le magliette a mezze maniche bianche e azzurre, stile Argentina, e feci gol. Un’emozione indescrivibile. Ma la cosa più bella era quando la domenica, dopo aver mangiato, si andava al campo a piedi e per la città si sentiva l’odore delle “carcioffole sulle furnacelle”: spettacolare. Bei tempi".

Da allenatore e soprattutto da ex di entrambe le squadre che partita ti aspetti domenica al Massimino?
“Il Catania è reduce da una bella vittoria sul Lecce che l’ha rilanciato in classifica nonostante la penalizzazione iniziale. La società etnea, senza nulla togliere alla Paganese, è un lusso per la categoria e merita di stare nella massima serie per tifo e tradizione. D’altro canto, la Paganese è una società giovane ed è una squadra che tra l’altro viene da due risultati negativi per cui vorrà invertire il trend. Mi aspetto che sia innanzitutto una partita spettacolare con due squadre che si daranno battaglia e poi...che vinca la migliore".

Carmine Torino
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