LA PARTITA DEL TIFOSO

LA PARTITA DEL TIFOSO - STENDARDO "BULLIZZATO E RIABILITATO"

E continua questo “Leggi uno e prendi due”, nel senso che ultimamente, miei cari, vi capita di leggere i miei bellissimi e fondamentali “pezzi”, che racchiudono, a mo’ di summa, quanto di più rilevante accaduto, nel corso di due partite ravvicinate. Rallegratevi, ordunque, eccomi a voi!

La partita col Catanzaro è stata il momento per rivedere Grassadonia a Pagani. È innegabile che a lui sia legata una parte rilevante della storia recente della Stella: vittorie di campionato, salvezze più o meno agevoli e partecipazioni ai play off. Più di tutto, però, mi piace ricordare il legame umano instauratosi tra l’allenatore e il nostro presidente; legame che, a quanto pare, sembra essere ancora piuttosto saldo. A Grassadonia va riconosciuto il merito di essere stato, nei nostri confronti, chiaro, onesto, leale e riconoscente. E questo, in un mondo in cui tutte queste belle attitudini sono davvero rare. La partita è terminata con un buon pareggio per noi: un punto che ha dato continuità ai precedenti quattro racimolati nelle precedenti due trasferte.

A quel punto, ci siamo giocati il jolly della partita di mercoledì. Dico questo perché le partite recuperate rappresentano un di più, visto che ti sei ormai abituato a vedere e considerare la classifica per come sia, pensando poco alla partita in meno che hai. Pertanto, almeno a me, viene naturale pensare “Tutto quello che viene in più, fosse solo un punto, è guadagnato”, in particolare quando devi affrontare niente po-po-di-meno-che il Catania. E quale meraviglia, mista ad adolescenziale gioia quando becchi il jolly giusto (proprio quello con il cappello moscio in testa, con le palline sulle punte, un vestito da fesso e l’aria ebete stampata in viso): tre punti!! Ma avete capito cosa significa battere il Catania; fare un zompo in classifica (distanziando di tre punti certi personaggetti che, a loro dire, avrebbero inventato il Giuoco del Calcio); mettere il quintultimo a sette punti, la penultima a (neanche so quanti punti, potrei vedere la classifica ma mi sono imposto di scrivere di getto quello che mi viene in testa e allora non mi va di imbrogliarvi, sembrando quello che sa sempre tutto. Che poi, se vogliamo, è vero che so sempre tutto io!).

Mariano Stendardo. Mi dispiace quasi che abbia fatto gol! Vi spiego: ieri il nostro Marianone ha fatto un tale partitone, ha respinto tutto/i quello/i che gli capitava/no a tiro; ha guidato la difesa con maestria ed esperienza, da vero leader; ha dato tranquillità a tutta la squadra. Ecco, ora, per mezzo che ha fatto gol, tutti parlano di questo e non della prestazione! Invece, se non avesse segnato… Ma per fortuna che ha segnato! Vi spiego (questa è davvero una triste storia, di quelle che non avremmo mai voluto raccontare): malgrado sia grande e grosso e con un fare che potrebbe intimorire anche il più audace dei baldi ragazzotti che abbiamo in rosa, si narra (sapete, le solite lingue lunghe degli spogliatoi di pallone), che nello spogliatoio, Stendardo fosse stato preso di mira dagli altri difensori, tanto da registrare addirittura episodi di bullismo. Sembra, infatti, che gli altri difensori sfottessero pesantemente Stendardo perché era rimasto l’unico a non segnare! E fosse solo per gli sfottò: gli rubavano la merendina; gli nascondevano gli zoccoletti per la doccia (quello tiene 50 di piedi, da chi se li faceva prestare??); gli prendevano il bagnoschiuma e glielo svuotavano (poi se lo doveva far prestare da giocatori di altri reparti); andavano a mangiare la pizza e non lo invitavano; in ritiro, giocavano a scopone e lui era puntualmente il quinto. Insomma la situazione, ormai degenerata, era sfuggita di mano a tutti. Ma non finisce qui, leggete: come nella migliore tradizione delle beghe tra adolescenti difficili, vittime di bullismo, Mariano prende coraggio e racconta tutto al fratello maggiore. Ora il dramma: il nostro difensorone pregusta, finalmente, la giusta punizione, pensando che un paliatone, a quegli scalmanati, non glielo toglierà nessuno. E invece: anche il fratello maggiore è (stato) un difensore, col vizietto del gol e quindi anche lui, incredibilmente, si allea con gli altri e si mette a sfottere il fratello. A questo punto, Mariano gioca la carta Dramè, che non ha ancora segnato (non ha neppure iniziato a giocare, se è per questo): ma lui i gol li ha fatti e in Serie A!

Niente da fare, il baldo giovane si deve mettere in proprio e fa bene: segna un gran gol, gioca una partita praticamente perfetta e si/ci/vi regala una bellissima posizione in classifica, con la seria possibilità di trascorrere un Natale tranquillo!    

Alberto Maria Cesarano
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