Capitolo 10

INIZIA L’ERA TRAPANI ED E’ SUBITO C2, SCUDETTO E RITORNO IN C1
(Stagioni calcistiche dal 2003/04 al 2006/07)

 

Con la conclusione del campionato iniziarono ben presto alcune trattative per un rimpasto societario che desse una concreta stabilità e solidi basi per il futuro alla società azzurrostellata. Così già nell’ultima gara casalinga con il Termoli sulle scalee del “Marcello Torre” si intravidero coloro che avrebbero costituito successivamente la società della Paganese, sia dal punto di visto tecnico che da quello societario. Presenti a quella gara l’operatore di mercato Cocchino D’Eboli, il tecnico Belotti e l’imprenditore paganese Raffaele Trapani che, con un ex dirigente del Sapri Vincenzo Campitiello, riuscirono a coinvolgere anche il professionista Dott. Enzo Pasca, anch’egli con trascorsi dirigenziali nella società saprese. Nel giro di pochi giorni, a metà del mese di maggio, il nuovo gruppo dirigenziale acquisì il titolo della Paganese; divenne così Presidente Raffaele Trapani con Presidente Onorario il Dott. Enzo Pasca che, seppur nativo di Vallo della Lucania, riuscì ben presto a circondarsi dell’affetto e della stima degli sportivi paganesi. Al nuovo progetto si unì successivamente un altro imprenditore non locale, Carmine Maione, legato da profonda amicizia al Presidente Trapani. La nuova società fu subito operativa; si puntò dunque su Vittorio Belotti per la panchina mentre molto dispendiosa si rilevò la campagna acquisti. Su tutti spiccarono gli arrivi di Genco, divenuto poi il capitano, di Cangiano, Castellano e Vitaglione che però dopo pochi mesi lasciarono la società, così come i gioielli della Battipagliese Senè e Saliou che ebbero alterne fortune. Il ritiro di Serino non riuscì a far quadrare le tante novità immesse nel puzzle azzurrostellato che ebbe un avvio di campionato a dir poco deludente. Superato il primo turno di Coppa Italia con il Sorrento, la Paganese inanellò due sconfitte consecutive, Sangiuseppese all’esordio casalingo e Marcianise che portarono all’esonero del tecnico Belotti. Si riparte dall’esperienza di Pasquale Santosuosso, che già trent’anni prima aveva indossato l’azzurro da calciatore. L’era Santosuosso dura con alterni risultati fino alla trasferta di Torre Annunziata dove l’ennesima sconfitta per 4-2 determina il divorzio con il tecnico di Agropoli. Ritorna in sella Belotti, molti calciatori cambiano aria, la società ridimensiona i programmi e si punta su Marigliano e Somma, lasciati ai margini nel primo scorcio di campionato. Inizia un periodo d’oro dal punto di vista dei risultati con una Paganese che mette in fila cinque vittorie e un pareggio, in casa con la Juve Stabia, che poi sarà l’unico del girone di andata. Il girone di ritorno è lontano parente dell’ultima parte di torneo; la Paganese non mostra continuità di gioco e di risultato e la classifica ne risente: ora i pareggi sono all’ordine del giorno. Addirittura bisogna attendere la gara dell’8 febbraio al “Viviani” di Potenza con l’Fc per assistere alla prima vittoria del girone di ritorno, tre punti che mancavano dal 21 dicembre. Il calendario favorisce tabelle foriere di ottimismo, tutto sbagliato e l’obiettivo Play-Off è appeso ad un filo. Lo mantiene in vita il gol di Theodoro, che al termine della stagione risulterà il miglior cannoniere della stagione, a Somma Vesuviana con la Viribus Unitis, lo soffoca l’erroraccio della gara casalinga del portiere Puleo a pochi minuti dal termina con la gara con il Savoia. Si giunge, così, alla gara di Terzigno dove la Paganese deve dare la svolta alla rincorsa al quinto posto ma la sconfitta per 3-1 alle falde del Vesuvio fa scattare le dimissioni di Belotti rapidamente rientrate e la scommessa sugli stipendi indetta dalla società, che verranno elargiti in caso di raggiungimento degli  spareggi Play-Off. La speranza dopo la goleada interna con il retrocesso Magna Grecia va in frantumi nell’infuocato derby di Ercolano. Le successive ed incredibili vittorie di Sorrento e Puteolana, quest’ultima all’inaugurazione dell’impianto illuminotecnico del “Marcello Torre”, fanno aumentare le recriminazioni, chiudendo il campionato a quota 51 a soli tre punti dalla Sangiuseppese che accede agli spareggi. Si chiude un anno che ha visto la Paganese ottenere il miglior piazzamento, settimo posto, da quando è ritornata in serie D nella stagione 1999/2000 e che da questi presupposti ripartirà il prossimo anno con quel sogno sempre nel mirino, quello del ritorno in serie C.

I presupposti per una grande stagione 2004/05 vengono confermati dalla dirigenza che compie una campagna acquisti faraonica. In panchina si punta sull’emergente tecnico Cosimo De Feo, provenienteda ottime stagioni a Sapri. Dalla società bianco-celeste giunge anche lo staff tecnico, oltre ad un gruppetto di calciatori. Ma il dg D’Eboli è affiancato dal neo ds Antonio Ciccarone, anche lui ex Sapri. I due piazzano in successione i colpi Suarez, Scarpa e Romano, autentica ciliegina del reparto offensivo. Oltre a Piemonte ed Armonia, arriva il portierino Cosimo dal Crotone, in difesa Ciardiello. Sarà proprio il reparto difensivo a far tribolare tecnico e società. Nel corso della stagione la coppia centrale cambierà varie volte: da Ianni - Giusti a Ianni - Ciardiello a Minichini - Ianni, sino a Cianciotta - De Sanzo che chiuderanno la stagione. In attacco è tutt’altra musica. Suarez, Scarpa, Romano e poi l’arrivo di Criniti rendono la Paganese infallibile sottoporta. Il girone d’andata comincia nel migliore dei modi con gli azzurri che schizzano in vetta nelle prime giornate, cogliendo importanti vittorie esterne sin dalla prima uscita con la Casertana sul neutro di Avezzano, con una doppietta di Romano che ben presto sarà soprannominato il “Gladiatore”. Nonostante qualche passo falso in casa, la Paganese punge in trasferta dove vince cinque volte, nonostante il brutto infortunio di Romano in casa con l’Alcamo. A tre giornate dal termine del girone d’andata, nella gara casalinga con il Castelvetrano, Romano firma il 2-1 al novantesimo e gli azzurri sono primi. Poi in quattro giorni, tra la gara di Trapani e quella casalinga con il Cosenza 1914, rimedia due sconfitte e scivola alle spalle del Modica. Nuova brutta caduta nella gara al “Torre” alla terza di ritorno con l’Adrano. Un pareggio che vale una sconfitta e la tifoseria chiede la testa dell’allenatore che la società conferma al termine della gara. L’ambiente si ricompatta, la Paganese però viaggia con il freno a mano tirato in trasferta dove non sa più vincere, con il distacco del Modica capolista che varia dai tre ai due punti. Dal pari con l’Adrano, la Paganese in casa è un rullo compressore. Fa fuori Marsala, Milazzo, Pomigliano, Vibonese sul neutro di Matera e Giarre, poi la sfida decisiva a 270 minuti dal termine a Castelvetrano. I siciliani devono vincere per evitare i Play-Out, la Paganese è sconfitta per uno a zero ed esce dalla corsa per il primo posto. Alla fine è terza dietro Modica e Sapri, la quarta posizione è del Siracusa, la quinta è dell’Alcamo. Si va ai Play-Off con la sfida al Siracusa. Al “De Simone” finisce 3-1, al ritorno dopo una settimana di attesa ennesimo scivolone sulla buccia di banana. Il Siracusa è “bloccato” fuori dal “Torre”. Trascorrono i canonici quindici minuti, l’arbitro svolge la gara pro-forma. La Paganese vince 4-2 ma sarà un risveglio amaro per Pagani sportiva. La Giustizia Sportiva infligge partita persa a tavolino, un anno di squalifica al “Torre”, sei punti di penalizzazione, oltre a disputare le gare a porte chiuse e a campo neutro. E' la fine.

La società del coraggioso Presidente Trapani si affida all’esperto Avv. Chiacchio ed il ricorso è un successo. Squalifica ridotta al 31 ottobre ed annullati i punti di penalizzazione. La Paganese riparte e con lei anche l’assalto alla Serie C. E’ facile raccontare un trionfo sportivo, come è stato quello confezionato dalla Paganese edizione 2005/2006, a giochi fatti, più difficile certamente compierlo. Questo è stato, per la storia azzurrostellata, il raggiungimento di un traguardo tanto agognato da tutta Pagani sportiva che, grazie al presidente Trapani ed alla sua società, è stato possibile raggiungere, mantenendo fede alla sua promessa fatta nel giorno del suo insediamento sulla poltrona presidenziale. L’avvio è duro con la sentenza del dopo Siracusa. A squarciare la fiducia dei tifosi, la squalifica del “Torre“ sino agli inizi di novembre ma l’undici settembre, sul neutro di Corigliano, parte la storica stagione. Di fronte il Monopoli che evoca antichi profumi della serie C. Subito una vittoria convincente per tre a uno che dà il via ad un filotto da record. Sei vittorie consecutive conquistate sempre lontano da Pagani che avvalorano la forza dell’undici di Giacomarro e confermano il buon lavoro del duo Ciccarone-D’Eboli. A Pagani sono giunti il fior fiore della D ma soprattutto calciatori con tanta esperienza in C come Pannozzo, Dima Ruggiano, Perrelli e Ferrara a cui hanno fatto seguito giovani suggeriti dall’esperienza sul campo del tecnico discepolo di Zeman ai tempi del Licata dei miracoli come Alletto e Rizzo e delle felici intuizioni di Melillo e Ferrante tra i pali, Tomacelli e Pellegrino oltre a Zotti, Ciaramitaro ed Esposito valide alternative in uno scacchiere perfetto. Il tutto plasmato attorno a due assi portanti della precedente annata: il difensore Fabio De Sanzo e l’attaccante Gaetano Romano che, a fine anno, verrà incoronato dal popolo azzurrostellato suo unico gladiatore nella serata dell’apoteosi. Ma ritorniamo al racconto del campionato. Dopo sei vittorie consecutive, i titoli sulla stampa locale e nazionale si sprecano. Ma il risveglio è brusco dalla notte dell’"Arechi". La Scafatese vince la partita delle polemiche per il rinvio ed il campo neutro ottenuto dalla Paganese e riporta sulla terra gli extraterrestri della serie D. Quella sera la Paganese ed i paganesi, giunti in tremila a Salerno, comprendono, nonostante il pesante tre a uno subìto, di avere le carte in regola per vincere il campionato. Ancora un mese delicato fa seguito alla notte dell’"Arechi". Il 13 novembre riapre il “Torre”: è 1-1 con il Manduria ma sette giorni dopo un altro segnale, questa volta accompagnato da una vittoria che fa rumore. 3-1 ad Aversa contro l’imbattuta formazione del paganese Giosi Granozi, figlio d’arte, in forza ai granata, con il neo acquisto l’attaccante Majella che, con una doppietta, si presenta ai suoi nuovi tifosi mentre Melillo si conquista i galloni da titolare della porta azzurra con interventi da applausi ai danni di Ferrante che da quel momento osserverà dalla panchina il cammino trionfale della Paganese. Che l’annata sia quella buona si vede a Brindisi quando De Sanzo acciuffa in extremis un prezioso pareggio. Un 2-2 che taglia i ponti ai pugliesi per un possibile avvicinamento alla capolista. Si giunge al giro di boa e, dopo l’addio al 2005 tra le mura amiche, superando anche il Savoia, accolto in campo da un’incredibile coreografia organizzata dalla tifoseria azzurrostellata, la Paganese, proprio sul campo neutro di Torre Annunziata, sfida nel big-match di fine anno la Sibilla Cuma del tecnico Enzo Carannante, ex eroe della prima storica promozione in serie C 75/76, che sta sorprendendo tutti con i suoi ragazzi. Termina in parità (0-0) e con tanti rimpianti per le occasioni fallite soprattutto da Ferrara implacabile cannoniere di questo girone d’andata ma che al "Giraud" ha le polveri bagnate. Il 2006 non comincia nei migliori dei modi però. L’esordio del nuovo anno è sinonimo di sconfitta, la seconda, ma non è un dramma per i cinquecento paganesi al seguito, la Paganese c’è. Dopo l’en plein casalingo con Lavello e Sangiuseppese, il capitano Romano, a cinque dal termine, a Bitonto incastona nel sette una punizione vincente e la Paganese vola. In seguito espugna Grottaglie e regola il conto in sospeso con la Scafatese con un 2-0 (Perrelli, Romano) servito dinanzi a cinquemila tifosi in delirio. +9 dai più quotati inseguitori e la serie C non è più un sogno. Ma il cammino è ancora irto di pericoli che vengono superati dai ragazzi di Giacomarro a suon di vittorie, addirittura tre in sette giorni, superando il Terzigno al novantesimo (3-2), con Romano, sul neutro di Torre Annunziata. Era mercoledì ma sembrava domenica con circa mille paganesi al seguito degli azzurri. Regolando il Matera ed abbattendo anche le residue resistenze del Manduria con la Paganese che esce tra gli applausi dell’impianto pugliese. Dopo l’abbuffata di vittorie e primati (+14 sulla seconda), una cena galeotta mette in ginocchio gli azzurri che in casa, con l’Aversa Normanna, scendono in campo per onor di firma dopo una notte trascorsa tra ospedali e flebo che venivano iniettate a tutti i calciatori colpiti da una violenta intossicazione alimentare. 1-1 il risultato finale per una gara indimenticabile sotto tutti i punti di vista. Un altro pareggio, 0-0, quello di Noicattaro avvicina la Paganese alla serie C. Domenica 2 Aprile 2006. Nel pomeriggio Sibilla e Savoia chiudono la propria gara sullo 0-0. Alle 20.30 al “Marcello Torre” è in programma l’appuntamento che vale una stagione, dove ci sarà il risveglio della Pagani sportiva dal lungo letargo durato diciannove anni. Basta vincere per riconquistare la C2 lasciata nel 1987. Un’imponente coreografia fa da sfondo a Paganese-Brindisi. Il settore distinti si trasforma nel palco del Colosseo e l’imperatore Nerone invita con il pollice verso gli undici gladiatori in tunica azzurra a chiudere i giochi. Saranno chiusi alle 22.20 dopo le reti di Zotti e Pannozzo che riportano la C2 a Pagani dopo il momentaneo pareggio dei pugliesi. Il boato dei 9000 del “Marcello Torre” squarcia la notte di Pagani accorsa come non mai a rendere omaggio ai suoi eroi. Mentre dall’alto si scorge il sorriso compiaciuto del massaggiatore Ciro Bellosguardo, improvvisamente scomparso nel ritiro di Santa Fiora. Alla fine tutti gli dedicheranno la vittoria. Pagani impazzisce di gioia e si veste d’azzurro, un colore che imperversa in ogni angolo della città. Dopo la sbornia, il campionato continua con partite utili solo agli archivi, come le vittorie con Solofra ed Ariano, la sconfitta con il Savoia e la vittoria con la Sibilla all’ultima dicampionato. La Paganese però non è sazia. C’è un tricolore da conquistare per entrare nell’olimpo di questa stagione. Nel girone eliminatorio la Paganese batte al “Torre”, con una doppietta di Romano, il Sorrento e pareggia a Cassino. In semifinale elimina il Varese, 2-1 a Pagani ed espugna il “Franco Ossola”, facendo piangere di gioia i tanti paganesi residenti al Nord, accedendo alla finale del campo “Italia” di Sorrento dove l’attende la Fortis Spoleto. Un’assurda motivazione di ordine pubblico priva l’accesso ai tifosi paganesi di assistere alla finale scudetto. Ma le telecamere della Rai immortalano l’evento suggellato dall’ennesima duplice prodezza del capitano Romano che regala, prima di trasferirsi a Siracusa con il tecnico e gran parte dei suoi compagni, l’ultimo tassello di una trionfale annata che rimarrà indelebile nella memoria di tutti gli sportivi paganesi e alle 19.05 del 10 giugno la Paganese è Campione d’Italia.

La storia della Paganese a cavallo dei suoi ottant’anni è impreziosita da una straordinaria quanto inattesa nuova promozione. Un epilogo impensabile quando il presidente Trapani e il dg D’Eboli rivoluzionano la rosa fresca di promozione in C2. In panchina arriva il tenebroso quanto umile mister Palumbo alla ricerca dell’annata buona come tutti i componenti che formano la Paganese 2006/07. Romano, Ferrara e compagni emigrano, capeggiati dal tecnico Giacomarro, a Siracusa; a Pagani arriva gente che ha voglia di emergere: da Corallo al portiere Petrocco, da Serrapica a Tricarico, da Ibekwe agli arrivi in corsa di Fumai, Librizzi e Musacco, con la scommessa di Francesco Scarpa, a disposizione solo da dicembre per una squalifica, ampliamente vinta. L’obiettivo dichiarato è la salvezza. La Paganese inserita nel girone B, quello comprendente le formazioni emiliane, toscane e laziali, ha un ottimo avvio in Coppa Italia dove si qualifica nel proprio girone. L’esordio in campionato avviene contro la Viterbese ed è subito vittoria con la prima rete in C2 firmata da Marco Fummo che, alla fine con undici reti, risulterà il miglior cannoniere azzurrostellato. Tutti parlano delle favorite d’obbligo, dalla Reggiana alla Spal, dalla Cisco Roma della stella Di Canio ma in avvio in classifica si fa largo il Gubbio. La Paganese ha un attimo di flessione. Dalla fine di ottobre agli inizi di novembre conquista due punti in tre gare, esce dalla Coppa Italia ad opera del Melfi ma la società è compatta con il tecnico e lascia lavorare Palumbo in tranquillità. Ottimo il girone d’andata soprattutto in trasferta, dove gli azzurri sbancano Santa Croce sull’Arno, Gubbio e San Lazzaro di Savena. Al “Torre” cadono Reggiana, Foligno, Spal. E’ una Paganese regolare che chiude il girone d’andata alle spalle delle grandi, in piena corsa Play Off. In testa nessuno scappa e la Paganese capisce che la salvezza di lì a poco sarà conquistata ed ingrana con l’ingresso nel girone di ritorno di Scarpa. Saranno dieci le reti dell’ex foggiano a suggellare sei mesi di campionato. Il “Torre”, che nel girone d’andata non era proprio stato blindato dagli azzurri, diventa inespugnabile nel girone di ritorno. Solo la Sansovino conquista un punto, cadranno tutte, iniziando dal Castelnuovo con un’autentica rimonta da 0-2 a 3-2. Cambia la marcia in trasferta non più così brillante dopo il buon avvio. Intanto la Cisco Roma prende le redini in mano della classifica ma proprio a Pagani si blocca la corsa dei laziali. Un 4-2 perentorio e la Paganese, che ha ampiamente conquistato la salvezza, vede spalancarsi le porte dei Play Off. Siamo ad un mese dalla fine del campionato. Il Foligno accelera e sorpassa la Cisco volando verso la C1. CiscoSpalPaganese e Reggiana conquistano i piazzamenti Play Off e la Paganese vuole a questo punto divertirsi. La quarta posizione finale la porta alla sfida con la formazione di Ferrara battuta a Pagani per uno a zero con rete di Ibekwe che sarà l’uomo Play Off. Il ritorno al “Mazza” sembra già scritto a favore degli spallini. Gli azzurri ci credono soprattutto perché scortati da mille fedelissimi che la perla nera nigeriana fa esplodere in un incredibile boato quando porta in vantaggio la Paganese. I settemila del “Mazza” spingono Sesa e compagni che raggiungono il pari ma la difesa bunker, capitanata da De Sanzo, regge. Siamo in finale con la Reggiana che ha eliminato nell’altra semifinale la Cisco Roma. Il 10 giugno una carovana azzurrostellata sale lungo il cuore dell’Italia e raggiunge il “Giglio” di Reggio Emilia. I granata giocano bene. La Paganese dopo un buon primo tempo cede nella ripresa. Ingari infila un super Petrocco che para tutto e limita il passivo. Il 17 giugno, a dispetto della data poco propizia, si compie il miracolo. Seimila paganesi affollano il “Torre” già due ore prima dell’inizio della gara. Tutta Pagani ci crede. La Reggiana è quadrata e sciorina un ottimo calcio. La Paganese è bloccata, teme il peggio ma c’è sempre Petrocco che la protegge. Poi, quando lo zero a zero s’incanala verso gli ultimi centoventi secondi dei cinque minuti di recupero, il “Torre” comincia a vedere svanito il sogno. Ad un minuto e quaranta secondi dal termine, però, una zampata di Izzo ci mantiene a galla e ci regala i supplementari dove dopo appena due minuti Scarpa lancia Ibekwe solo dinanzi a Nuzzo e lo infila alla sua maniera. Il sogno si avvera. Alle 18.41 la Paganese, dopo ventiquattro anni, ritorna in C1.

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