L'ARCHIVIO RACCONTA

"BATTUTA LA CAPOLISTA BARI AL COMUNALE" ERA IL 17 APRILE DEL 1977. IL RESOCONTO DI QUELLA DOMENICA INDIMENTICABILE

15.11.2019 11:52

"Il signor Longhi di Roma, arbitro designato per la super sfida Paganese - Bari del girone C della serie C, in quel  17 aprile '77 ha appena fischiato la fine delle ostilità e in campo esplode la gioia (nella foto d'epoca vediamo Enzo De Risi affiancato dal sorridente Lino Grassi). La capolista Bari cade a Pagani per opera di un colpo di testa del ventenne Giancarlo Tacchi, l'ala funambolica giunta nel mercato di riparazione di novembre, che regala alla tifoseria azzurrostellata una domenica indimenticabile. Il Campionato è riaperto, la Paganese ora è a meno tre dal Bari".

Ecco il tabellino della gara ed alcuni stralci di commento nel resoconto del "Roma" tramite il giornalista Giuseppe Scalera.

Battuta la capolista al Comunale
LA PAGANESE RILANCIA IL CAMPIONATO
Di Tacchi il gol che ha deciso la partita e che consente agli azzurri di sperare in un aggancio col Bari per la promozionein B. Frantumanto ogni record d'incasso: 20 milioni

PAGANESE: Fiore, Bonora, Leccese, Di Giaimo (65' Benatti), Zana, Zanin, Albano, Patalano, Grassi, Iannucci, Tacchi. 12 Simonelli, 14 Stabile. All: Rambone
BARI: Frioli, Maldera, Agresta, Materazzi, Punziano (46' Zizzariello), Consonni, Scarrone, Sigarini, Penzo, D'Angelo, Biloni. 12 Vitolo. 14 Sciannimanico. All: Losi

ARBITRO: Longhi di Roma
RETE: al 45' Tacchi

NOTE: Sole temperatura sui 20°. Manto erboso in perfette condizioni. Ammoniti: Leccese 17' e Consonni al 21' per gioco falloso. Albano 61' per condotta ostruzionistica. Ferioli 80' per proteste. Incidenti di gioco a Biloni 40', Albano 47', Zizzariello 54' e Di Giaimo 64', quest'ultimo costretto a lasciare il campo. Dodici conclusioni per la Paganese altrettante per gli ospiti. Stadio praticamente esaurito un'ora prima dell'inizio. Spettatori oltre 8 mila. Sparuta la rappresentaza di tifosi ospiti al seguito appena trecento. Frantumato ogni record d'incasso, la cifra intascata si aggira intorno ai  venti milioni. Angoli 7-4 (6-1) a favore della Paganese. Violenti tafferugli sugli spalti prima del fischio d'inizio della gara tra le tifoserie delle opposte fazioni. Le marcature: nella Paganese Bonora su Penzo, Leccese su Biloni e Zana libero. Nel Bari: Punziano (Zizzariello-Agresti) su Tacchi, Maldera su Grassi e Consonni libero. 

PAGANI 17. Adesso è tutto chiaro. La Paganese insegue il grande sogno e lo insegue a giusta ragione e a buon diritto. Gioca un buon calcio, ha parecchi uomini che sultaneggiano, mostra insomma di avere un'orchestrazione corale davvero eccellente. Il Bari arranca alla cieca, in troppe circostanze manca del guizzo vincente e basti dire che dal preciso istante in cui i pugliesi si trovano a risalire la corrente macinano tutta roba senza importanza: qulache sana mischia davanti a Fiore, qualche conclusione assai anonima, un arrembaggio insomma piuttosto sterile. La Paganese ottiene in pratica una vittoria tenacemente voluta. Sfoggia un centrocampo piuttosto sontuoso (tre grosse api operaie che si chiamano Zanin, Di Giaimo e Jannucci e un cursore come Patalano che opera con notevole applicazione) una terza linea praticamente impeccabile ed un fronte avanzato che conferisce nuova vivezza al quadro d'assieme. Ma trova nella circostanza un Tacchi da mille e una notte che riesce a dare la polvere ai suoi diretti avversari danzando football di altissimo livello. Il Bari parte bene poi si spegne. La Paganese innesta le marce progressivamente alte. Il gol arriva proprio in chiusura, in pieno recupero. Di Giaimo scodella al centro una punizione per Tacchi; pronta incornata e palla che s'incastra sotto la traversa. L'uno a zero è in sostanza risultato giusto tondo e magari un po' stretto. La Paganese è il solito colettivo capace di produrre football razionale e consapevole. Detto per inciso oggi la Paganese ottiene oggi il suo ventiseiesimo risultato utile consecutivo tra Coppa Italia e campionato. Qualcuno parla di record battuto, qualcun altro accenna ad un primato ancora da frantumare. Impossibile essere precisi. In certi casi la verità è davvero pirandelliana.  GIUSEPPE SCALERA

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