FUORIGIOCO

FUORIGIOCO - A LECCE UN TEST PROBANTE PER I PLAYOUT

28.04.2018 18:11

Se vogliamo essere realisti, la partita di Lecce deve essere vista solo come un test probante in vista delle due sfide finali, quelle che nessuno mai avrebbe voluto disputare, definite “play-out”. Davanti a una platea di circa ventimila spettatori che verosimilmente vorranno festeggiare in anticipo la promozione del loro Lecce in serie B, la Paganese dovrà guardarsi dentro e – al netto di emozioni e pesi psicologici – dovrà pensare soprattutto alle due gare che decideranno il proprio futuro.

I numeri ci dicono che a Lecce non ci sarà partita, tanto grande appare il divario tecnico fra le due contendenti. Ma proprio perché i favori sono indiscutibilmente dalla parte dei salentini, la Paganese potrà giocare meglio le sue carte.

Stavolta De Sanzo non dovrà caricare la squadra così come aveva fatto con la Sicula Leonzio, con risultati miserevoli. Andrò sicuramente controcorrente, ma io sono certo che domenica scorsa i ragazzi in maglia azzurro-stellata - carenti quanto volete in termini tecnici - hanno dato in termini di impegno tutto quello che avevano. Guardate, a volte caricare la squadra di troppe responsabilità porta a degli effetti indesiderati. I calciatori vorrebbero fare più di quello che hanno nelle corde e si bloccano, non connettono, risultano disarticolati, quasi estranei tra di loro. È probabilmente il peso della responsabilità che annichilisce, che non fa ragionare, che li spinge a fare movimenti o cose che normalmente non farebbero. Non sto dicendo, ovviamente, che le partite ritenute importanti e decisive devono essere affrontate con spirito goliardico ma solo che – probabilmente – a volte il peso di grandi responsabilità non viene sopportato dalla mente umana. Prendete il Catania di lunedì scorso contro il Trapani. Davanti a più di ventimila spettatori – nel momento in cui ha avuto la possibilità di arrivare a un solo punto dal Lecce – ha steccato malamente e i suoi calciatori hanno giocato la gara più brutta della loro stagione; hanno stentato nella manovra, persino Lodi è parso l’ombra del bel giocatore ammirato in tante gare di campionato; e parliamo di Catania… la Paganese ne sa qualcosa.

Il calcio è strano, forse per questo è bello; vive di valori tecnici, di tattica, ma in tutto predomina sempre il fattore umano perché è fatto di emozioni. Proprio quelle emozioni -  tradotte in preoccupazioni - che hanno frenato la Paganese quando si è trattato di giocare la gara della vita contro la Sicula Leonzio una settimana fa. Proprio quel carico psicologico che tanti anni fa - 12 maggio 1966 - allo stadio “Collana” di Napoli frenò la Paganese - mai sconfitta nel corso del campionato - nell’incontro decisivo per la promozione in serie D con la Sessana.

Allora forse sarà il caso di non caricare eccessivamente questi ragazzi che hanno di certo limiti tecnici ma che non hanno mai fatto mancare il loro impegno. I saggi dell’antichità solevano dire “in medio stat virtus”, la virtù sta nel mezzo; un modo come un altro per dire che è l’equilibrio che deve essere raggiunto in tutte le cose della vita.

Ecco, la Paganese deve tendere ad avere una squadra equilibrata sia dal punto di vista tecnico-tattico, sia per quello che riguarda la giusta carica agonistica. Spesso, il troppo storpia.

Nino Ruggiero

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