LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA

LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA

20.03.2016 11:38



Dopo le bacchettate al pubblico di quindici giorni fa, era doveroso ripartire da questo aspetto e dare i giusti meriti ai segnali di risveglio, forse sarà stato il primo sole primaverile, agli sportivi paganesi che sono ritornati al Torre. Una discreta cornice di tifosi ha aderito alla Giornata Azzurra, facendosi anche sentire grazie ai ragazzi della Curva Nord e dei Distinti, per sostenere il gravoso impegno contro la capolista Benevento che per la prima volta, purtroppo, ha espugnato Pagani cosa che non gli era mai successo nelle precedenti 19 sfide. Non siamo riusciti a stregarli questa volta e, forse per loro, può essere un segnale per una storica promozione in B che rincorrono da sempre.
Ritorniamo ai fatti di casa nostra ed al pubblico che ripeto ha dato la sua risposta, dopo le sollecitazioni che son giunte da tutte le componenti, stampa, società, e dagli irriducibili ultras che hanno tappezzato la città con un bel manifesto. Spero che sia un primo passo, anche perché nella prossima gara interna con il Melfi, nella domenica della festa della Madonna delle Galline, ci sarà da dare una spinta determinante in una gara, che potrebbe avvicinarci definitivamente, dopo quella di mercoledì ad Ischia, decisiva per la salvezza. Faccio un passo indietro.
Sabato mattina, a poche ore dalla gara con il Benevento, ho incontrato il presidente Trapani, con il quale non parlavo da tempo, e ci siamo soffermati facendo insieme il punto della situazione in casa Paganese. Abbiamo toccato vari argomenti ed il discorso è scivolato, logicamente, sull’argomento della settimana ovvero il calo di pubblico al Torre. Raffaele Trapani ancora una volta mi ha sorpreso. Mi aspettavo che si lamentasse e cominciasse a scaricare le colpe a destra e manca, colpevolizzando la tifoseria, valorizzando i suoi meriti in questi anni ed invece ha messo in evidenza prima le “colpe“  della società e qualche mancanza che avrebbe anche influito sul calo degli spettatori, passando per i famosi smembramenti di metà stagione, a volte causati da forza maggiore, sino all’assuefazione a questo TIPO di campionato che è sempre un lusso per Pagani. Una sana autocritica che significa voglia di migliorarsi, non piangersi addosso, non lamentarsi, altrimenti avrebbe già dovuto lasciare da anni visti gli incassi, non chiedere nulla, come ha sempre fatto, per gestire la Paganese da dodici anni e, attraverso le varie riconferme e rinnovi di contratti, lasciar capire che sta organizzando qualcosa di diverso per una grande Paganese nella prossima stagione.
Archiviamo a malincuore la sconfitta con il Benevento, che significa terza sconfitta interna stagionale, e proiettiamoci sull’isola sempreverde dove cerchiamo di trovare un semaforo altrettanto verde, quello del ritorno alla vittoria che manca da quattro turni. C’è una salvezza a portata di mano e non c’è nessuna voglia di far resuscitare, nella settimana Santa, la formazione gialloblù che fa acqua da tutti le parti.

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