LA PARTITA DEL TIFOSO

LA PARTITA DEL TIFOSO - DALLA FIDUCIA PER UNA SVOLTA ALLO SCONFORTO

Ragazzi, l’avete fatta grossa stavolta! Domenica, a fine partita, siamo andati tutti via increduli di quello a cui avevamo assistito. Domenica avevamo la ghiotta possibilità di dare una svolta, forse decisiva, al nostro campionato. E invece… E invece, niente di tutto questo. Non siete riusciti a imporre il fattore campo e tanto meno una superiorità numerica arrivata prestissimo, quando si era ancora al primo tempo. Siete stati impacciati, frenetici e confusionari e pertanto poco incisivi e per nulla pericolosi. La cosa ancora più preoccupante, a mio avviso, è stata la dimostrazione di incapacità di gestire partite e situazioni: a un certo punto appariva chiaro a tutti che quella partita non l’avremmo vinta e che il pareggio potesse essere un ottimo risultato. L’Andria avrebbe firmato per il pari, così come era messa, e avremmo dovuto farlo anche noi cambiando atteggiamento e dando un segnale chiaro agli avversari: “Non facciamoci del male e chiudiamola così”. Sto vaneggiando, secondo voi? È una cosa un tantino antisportiva? È impossibile gestire in tal modo le partite? Siamo sicuri che questa cosa non accada sovente, senza far nascere sospetti e dubbi? Senza che la cosa finisca dritta alla Procura Federale? Credo di no: ‘ste cose, nel calcio, sono sempre esistite! E quel punto sarebbe stato d’oro: Andria a distanza, Fondi superato e Reggina avvicinata. E domenica sera saremmo stati virtualmente salvi.

Ovviamente, il fattaccio non poteva non sortire effetti: Favo esonerato e la panchina data a De Sanzo. Sapete bene che ho sempre difeso il mister e che, in generale, non penso che l’allenatore possa incidere più di tanto sulle sorti di una squadra. Ma Favo se l’è cercata. La decisione di non portare alcun terzino destro in panchina e di lasciare l’unico terzino sinistro che abbiamo, in panchina per un'ora abbondante, è stata cervellotica e insensata. Non reggono le ragioni di tali scelte: se i due ragazzi hanno avuto atteggiamenti non consoni, un allenatore avrebbe dovuto prevenirli, evitarli e correggerli, trattandosi di due giocatori alla prima esperienza e che hanno tutto ancora da imparare; se è vero che Bernardini ha ben figurato contro la Viterbese, si sarebbe dovuto tener conto della sostanziale differenza di importanza tra la partita di Coppa e la partita con l’Andria; la prova del ragazzo, adattato a quinto di una difesa a cinque è stata da subito incolore e andava tolto di lì; infine, non regge la scusa dell’infortunio di Baccolo e di Tascone gravato da giallo, visto che in panchina c’era pure Nacci. Insomma, Favo ci ha messo del suo e credo sia stato questo, più della sconfitta in sé, a indurre la società a licenziarlo.

Ora il condottiero è De Sanzo, il terzo allenatore dall’inizio del campionato. Ecco, già questo dovrebbe indurre qualcuno a fare un mea culpa: questo doveva essere l’anno della svolta e dell’inizio di una programmazione pluriennale. Qualcosa è andato storto, qualche scelta è stata sbagliata e questo a prescindere dal budget e dalla consistenza delle nostre finanze. L’augurio che dobbiamo farci è che il nostro Fabio possa profondere tutte le energie che ha sempre dimostrato da calciatore, infondendo, almeno in parte, la sua mentalità, il suo attaccamento alla maglia e alla piazza. Mi accontenterei di questo, non mi faccio illusioni, nel calcio non si inventa più nulla di nuovo e a questo punto, le cose da insegnare, da un punto di vista tecnico, sono poche
Sarò sincero con voi: domenica ero arrivato allo stadio fiducioso che una vittoria ci avrebbe fatto fare un passo importante verso la salvezza, confidando anche nelle disgrazie altrui (puntualmente verificatesi). Ora sono meno convinto di potermene uscire dalla zona playout.
Spero di sbagliarmi però: di solito non ne azzecco mai una. Vuoi vedere che ci indovino proprio adesso…

Alberto Maria Cesarano
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