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FUCINA, DIFENSORE DEI PRIMI ANNI '80: "ERAVAMO LEGATI ALL'AMBIENTE, CHE GIOIA IL DERBY VINTO CON LA NOCERINA"

28.12.2017 11:56

Stagione calcistica 1981/1982, l’anno del terremoto che cambia la vita di tutti. Un anno interlocutorio per la Paganese che, allenata da Lucio Mujesan, dopo un avvio di campionato oltre le aspettative, conclude la stagione al sesto posto in classifica.
Tra le fila di quella squadra c’è il difensore Angelo Fucina, uno dei nuovi innesti, giunto a Pagani dalla Ternana, con esperienze in serie C1 e B sempre con la maglia della Ternana

Come fu contattato dalla Paganese?
«Ero pronto a ricominciare la stagione con la Ternana, dopo una stagione di Serie B e Serie C. A Terni, però, arrivò un allenatore che in passato, con la stessa squadra, aveva raggiunto la massima serie: Luciani. Diciamo che io e lui non entrammo in sintonia e allora decisi di accettare la proposta della Paganese tramite il direttore sportivo dell’epoca che conoscevo (Claudio Roscia, nda)».

Scelse Pagani senza dubbi?
«In realtà ero un po’ diffidente: pensavo che la piazza era molto diversa da quella di Terni a cui ero abituato. Poi vidi che i risultati della Paganese nei campionati precedenti erano stati buoni, che la squadra si era classificata bene l’anno prima. E mi decisi ad accettare. Arrivai a Pagani a settembre, dopo aver svolto tutta la preparazione estiva con la Ternana. E, a distanza di anni, posso dire che le mie perplessità erano infondate: a Pagani andò tutto per il verso giusto. Mi trovai bene. Anzi, in quel campionato lottammo tanto: a un certo punto eravamo addirittura secondi».

Qual è il ricordo più bello di quella esperienza?
«Fu una bella stagione in generale. Lottammo per posizioni di alta classifica, giungendo al sesto posto che allora consentiva l’accesso alla Coppa Italia con squadre di Serie A. Su tutti, ricordo la vittoria contro la Nocerina in una partita casalinga (1-0, gol di Fracas, nda): era una partita molto sentita e giocammo sotto una pioggia battente».

Il rapporto umano più bello di quella stagione?
«Eravamo molto legati tra di noi: un bel gruppetto. Io ero molto giovane, avevo 21 anni. Ricordo con piacere Marco Fracas e Lino Grassi. Abitavamo a Vietri sul Mare. Instaurai anche un ottimo rapporto con l’allenatore, Lucio Mujesan che l’anno successivo mi volle portare a Cosenza con lui. Ho un bel ricordo di tutto il periodo con la Paganese. Poi, dopo qualche anno, tornai in zona: accettai la proposta della Nocerina. Ricordo sempre con piacere anche le lunghe chiacchierate al bar nei pressi dello stadio (ex bar Vitiello, nda) assieme ad altri calciatori e con il ragazzo del bar che all’epoca aveva la nostra età. Ci tornai quando giocavo con la Nocerina, anche per salutare gli amici con cui mi intrattenevo spesso».

Fucina, dopo aver appeso le scarpette al chiodo e dopo una breve esperienza da allenatore a livello dilettantistico, ha lasciato il mondo del calcio e vive a Terni: «Ho smesso da venti anni con il calcio. Ho provato ad allenare a livello dilettantistico ma non era proprio la mia passione», dice. Manca a Pagani da tanti anni: «Però adesso ho l’occasione per mandare un grande saluto a tutta la città di Pagani».

Barbara Ruggiero
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