FUORIGIOCO

FUORIGIOCO - IL SOLITO DILEMMA: E' NATO PRIMA L'UOVO O LA GALLINA?

Stavolta - da quello che intuisco – in vista dell’incontro con il Francavilla, Massimiliano Favo ha a disposizione l’intera rosa della squadra, fatta eccezione per Fabinho ancora alle prese con una lunga riabilitazione che, speriamo, ce lo riconsegnerà al più presto, con la clausola “abile e arruolato”, perché c’è bisogno di qualità.
Dopo l’incoraggiante esibizione di Andria, foriera di un punticino che non fa mai male, specie se allunga una miniserie di risultati positivi, mi pare che si possa anche guardare con una certa fiducia ai prossimi impegni perché la squadra comincia ad avere una sua fisionomia e sembra più convinta delle proprie possibilità. Certo, ci sono sfasature – soprattutto difensive - che non si possono ovviare con il solo lavoro settimanale, ma è già tanto che in due partite la squadra non abbia incassato gol. Gomis in questo è risultato bravissimo, di certo al di là delle più rosee aspettative; anche la coppia centrale Carini-Meroni, fatta salva qualche inevitabile disattenzione, sta prendendo forma, così come sta inserendosi nel discorso complessivo anche Piana, l’ultimo arrivato della compagnia.

Adesso però alla squadra manca una vittoria; mancano i tre punti, quelli che ti fanno avanzare in classifica e che sono essenziali non solo per allontanare gli spettri dei play-out, ma anche per arricchire il morale complessivo. Proprio la vittoria è da più parti invitata ufficialmente a farsi viva al Marcello Torre. In molti sperano che finalmente possa arrivare dopo due sconfitte e due pareggi casalinghi che hanno demoralizzato l’ambiente. Quello di quest’anno è un campionato tosto, forse uno dei più intriganti di questi ultimi tempi con molte squadre attrezzate per vincere. Alcune di queste stentano a decollare; una per tutte il Cosenza, che lo scorso anno si qualificò per le fasi finali dei playoff.

Guardate, ritornando alla Paganese, deludente nel suo cammino, non possiamo fare a meno di ricordare a noi stessi innanzitutto che non è facile mantenere in piedi una squadra di serie C; il tutto, da oltre dieci anni, va a onore merito di pochi temerari con a capo Raffaele Trapani.
Detto questo doverosamente, dobbiamo anche guardare l’altra faccia della medaglia, quella rappresentata dal tifo. Il frequentatore medio del Marcello Torre - con tutte le riserve del caso e le frenate consapevolezze di non poter chiedere la luna – guarda al risultato, è inutile nascondercelo: quando non arriva si contorce, impreca per poi demoralizzarsi e giurare a se stesso che “questa è l’ultima volta che mi vedete sul campo”.
Le due facce della stessa medaglia. I dirigenti che credono di avere allestito una buona squadra ma non vedono allo stadio né molti tifosi, nè i risultati. I tifosi – invero pochi - che invece non vedono né la buona squadra, né i risultati.

Il dilemma è sempre di attualità: è la squadra che con i risultati ottenuti richiama i tifosi allo stadio? Oppure sono i tifosi che incoraggiano la squadra e la trascinano alla vittoria? Vedete voi, siamo proprio all’interrogativo retorico: “è nato prima l’uovo o la gallina?”
Forse, e senza forse, la medicina giusta, miracolosa, è rappresentata solo dalla vittoria. Arriverà finalmente?

Nino Ruggiero
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