PAGANESEVIRUS...STORIE EPIDEMICHE

PAGANESEVIRUS...STORIE EPIDEMICHE: LA CLASSE NON E' ACQUA, MA "SODINHA"

Antonio Conte a Bari non gli perdonò la fuga in Brasile, a Pagani andò via prima dell'ultima giornata

Sgombriamo subito il campo dai dubbi: questo giocatore avrebbe meritato una carriera diversa. Lo ha ammesso lui stesso in un'intervista di qualche anno fa, quando ormai diversi treni erano passati: "In passato ho esagerato un po'. Mi sono fatto male anche per le tante serate, ho bevuto un po' troppo. Se avessi fatto vita da atleta, avrei avuto meno infortuni". Del resto se uno come Serse Cosmi, che di campioni ne ha visti tanti, gli ha dedicato una toccante lettera dopo la sua esperienza a Trapani, dicendogli che uno con le sue qualità mai l'aveva visto e allenato prima, un motivo ci sarà.
Ora tutti lo conoscono come "Sodinha", nomignolo affibbiatogli in Brasile perchè era quello che usava il padre da calciatore, ma quando arrivò a Pagani, nella finestra invernale del mercato della stagione 2008/2009, era semplicemente Felipe Diogo Monteiro. La Paganese lo prese dall'Udinese in prestito, in virtù dei buoni rapporti fra Cocchino D'Eboli ed il ds bianconero dell'epoca Leonardi. Il ragazzo brasiliano aveva iniziato il campionato al Bari in Serie B: una corazzata costruita per vincere il campionato (e lo vincerà) e lui trova poco spazio. A dicembre fa infuriare l'allenatore dei galletti, Antonio Conte. Vola in Brasile nel periodo di Natale e torna dieci giorni dopo. "Per un brasiliano è normale", ha raccontato qualche tempo dopo, per un sergente di ferro qual era (ed è) l'attuale tecnico dell'Inter no. Così torna all'Udinese e viene girato in prestito in C alla Paganese. Gli azzurrostellati stanno disputando una stagione tranquilla in Prima Divisione, come sempre a gennaio c'è stato qualche stravolgimento ma Ezio Capuano sembra proseguire sulla strada della continuità. Diogo non gioca tantissimo, infilerà solo undici presenze, ma quando calca il campo... è un incanto. La classe è innegabile, le giocate da applausi, gli assist per i compagni sempre precisi. Ma gioca poco perchè si allena col contagocce e su questo Capuano, come Conte ma come qualsiasi altro allenatore, pur sapendo di avere a disposizione un talento, non transige. Va via dopo il pareggio con l'Arezzo alla penultima giornata. Pare che avesse già programmato il ritorno in Brasile per quella settimana, dando per scontata la salvezza della Paganese. Ma per la matematica serve (almeno) un punto nel derby in casa della Juve Stabia. Gli azzurrostellati lo ottengono comunque, anche senza di lui.
L'anno dopo va prima al Portogruaro e poi alla Triestina (meteora anche lì), prima di "scappare" di nuovo in Brasile. Ah, la saudade! Stavolta sembra definitiva, invece dopo un anno torna in Italia e stavolta la "Sodinha" esplode per davvero. Incanta a Brescia per tre anni, nonostante i colpi di testa non manchino nemmeno qui e la forma non è quella di un atleta, poi va a Trapani - dove incontra Cosmi - ma gioca solo tre gare e dopo sei mesi dice basta, a 27 anni: troppi problemi fisici. Un anno dopo ci ripensa e riparte dalla C, dove ufficialmente aveva iniziato: Mantova, Mestre, Rezzato (addirittura in D, 8 gol l'anno scorso) e ora Modena. Perchè la classe non è acqua...è Sodinha.

Danilo Sorrentino
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