LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA

LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA

10.11.2014 09:46

Comincio dalla fine. Nel lasciare la tribuna stampa del Giraud, incrocio il presidente Trapani che con un largo sorriso mi dice: “Hai visto, dopo quarant’anni abbiamo vinto ad Ischia e dopo quarantacinque a Torre Annunziata”, riferendosi alle mie statistiche che vedo segue con attenzione. E’ una Paganese sfata tabù infatti, quella di Sottil, che continua a marciare come un treno. Dal suo arrivo in cinque gare due pareggi e tre vittorie, quest’ultime di fila, con un cambio di rotta decisivo che fanno salire la Paganese, dopo poco più di un mese, dalla penultima posizione all’undicesima. Cinica e spietata, svogliata, come sempre nel primo tempo, e concreta, nella ripresa. Che fa fatica a ritrovarsi sul sintetico di Torre Annunziata, dove non corre tantissimi rischi ma che poi, una volta esaurito l’ardore agonistico di Scarpa e compagni, la colpisce e la lascia tramortita, con una testata del redivivo Girardi. Solo un minuto primo aveva sostituito il compagno di reparto Bernardo, sempre lodevole per il suo lavoro ai fianchi dei difensori centrali Di Nunzio e Rinaldi, capace di far lavorare tanti palloni in appoggio di Herrera e Deli, poco ispirato soprattutto il secondo. Era la mia prima trasferta stagionale e come sempre mi assalivano i dubbi e la scaramanzia, dopo quelle viste a casa del direttore Russo, andate a buon fine, avevo qualche timore. Alla fine, per come s’era incanalata la gara, pensavo che il punticino l’avremmo portato a casa, anche perché quelli di bianco vestiti nella ripresa avevano finito la birra. Poi, come in un’altra mia trasferta di qualche anno fa al Partenio di Avellino, ci ha pensato ancora un'incornata di Girardi e questa volta ha contribuito addirittura a dare i tre punti alla Paganese. Mimmo aveva sbagliato qualche gol clamoroso nelle precedenti uscite e la sua seconda avventura a Pagani non era iniziata nel migliore dei modi, causa anche un infortunio che l’aveva bloccato per un mese. E’ una rete pesantissima per lui e la squadra che dovrà migliorare molto sul palleggio, tanti errori di ripartenze e tanti errori di appoggi, e sulla velocizzazione della manovra spesso letta dagli avversari con troppa facilità. Con il Savoia si chiude il ciclo delle cinque gare contro formazioni di pari livello e meglio non si poteva archiviare. Ora ci sono gli ossi duri da fronteggiare, a partire da sabato quando al Torre arriverà la capolista Benevento, poi la trasferta all’Arechi di Salerno e di ritorno ospiteremo la sorprendente Vigor Lamezia dell’ex Giampà. Ma calma. Godiamoci questa vittoria di Torre Annunziata, attesa da 45 anni, poi attenderemo tra sei giorni gli stregoni e chissà che…non stregheremo anche i giallorossi!

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