LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA

LA PAGANESE VISTA DA NOCERA: FAVO, RIVOLUZIONE SENZA APPELLO

Quella con l'Andria doveva essere la partita da non fallire assolutamente, quella che doveva dare il colpo di grazia ai pugliesi, dopo quello rifilato all'Akragas, ed invece l'ex tecnico della Paganese, esonerato nel dopo suicidio, se l'è complicata dall'inizio. Mister Favo, che ho sempre difeso da queste righe e durante l'approfondimento televisivo del venerdì, ieri però ha fatto tutto quello che nessuno s'aspettava. Penso che abbia fatto tutto per essere esonerato. Una decisione che, in altri momenti ed in altra situazione, avrebbe subìto già da tempo: già il dato di un intero girone d'andata senza vittorie casalinghe pesava come un macigno sul credito che vantava verso la società. Aveva avuto il merito comunque di averle provate tutte - e ciò glielo avevo sempre riconosciuto - nonostante una rosa che aveva i suoi limiti, passando dal 4-3-3 iniziale all'ultimo 3-5-2 inaugurato a Reggio Calabria. Sembrava che proprio questo cambiamento avesse prodotto dei benefici, confortato dai risultati delle ultime settimane (vedi i sette punti in tre partite). La pesante sconfitta di Trapani, solo nel risultato non tanto nel gioco, lasciava inalterate le sensazioni di una squadra che aveva trovato la sua fisionomia e la sua quadratura. Ed invece ecco arrivare, nella gara forse più delicata ed importante del momento, la rivoluzione inopportuna.
Non sono un tecnico, ma già alla lettura delle formazioni ho avuto un sussulto quando, girando e rigirando la distinta, non leggevo i nomi di Tazza e Pavan. L'idea di non portarli nemmeno in panchina, pur non avendoli visti bene in allenamento come ha ribadito nel dopo-gara il mister, penso sia stato un errore imperdonabile. E' condivisibile che un allenatore non ritenga soddisfacente il lavoro svolto da un calciatore in settimana facendolo accomodare in panchina, ma non in tribuna, considerato che poi hai adattato nel suo ruolo un altro giocatore, pur non essendoci la necessità. Addirittura spedire fuori entrambi i due terzini destri della rosa è stata una scelta infelice. Ha poi inserito Ngamba a sinistra, altro fuori ruolo sperimentato con il Matera, per escludere Della Corte che, nonostante in altre occasioni non abbia fatto bene, era stato sempre confermato. Limitare, contro la muraglia andriese, l'ingresso in campo di Cernigoi solo nella ripresa forse ha avuto un altro peso specifico sulla capacità di sfondamento che doveva imprimere sin dall'inizio di gara. Non togliere dalla mischia Bernardini, che era ormai a corto di fiato e gambe, per escludere invece Tascone solo perchè era ammonito, ha debilitato un reparto già privo dell'infortunato Baccolo. Mettiamoci la partita evanescente di Scarpa - ci può stare - limitato comunque dalla capacità di Papagni che lo aveva avuto al Savoia, e i giochi sono fatti. 
Sinceramente la Fidelis Andria non ha rubato nulla e delle parole del tecnico Favo, il quale ha detto che sarebbe stato rammaricato per un pareggio immeritato, penso che ci sia molto da non condividere. Papagni ha azzeccato tutto, Favo no, complicandosi la vita. Nel secondo tempo l'Andria non sembrava che giocasse in dieci, è rimasta sempre ordinata cercando di far girare palla (con Quinto in grande spolvero seppur non era al meglio), cosa che non ha fatto la Paganese. Scarpa e compagni non sono mai stati pericolosi, tranne su una conclusione di Cesaretti, e neanche hanno dimostrato quel sangue agli occhi che deve caratterizzare una squadra che si gioca una fetta di salvezza in casa e con un uomo in più. L'esonero di Favo, seppur invocato a più riprese dalla piazza, era stato sempre congelato; ieri però il termometro è sceso ben oltre lo zero e la panchina di Favo è stata spazzata via dal vento gelido Burian senza più tentennamenti. Il cambio tecnico significa molto per la piazza, ovvero fa capire che questa società - ed in primis il presidente Trapani, ultimo ed unico baluardo di questo vessillo - hanno ancora a cuore le sorti di questa benedetta squadra che a gennaio, pur volendo e dovendo, non ha ceduto i pezzi migliori arricchendo bene o male la rosa. Ora si volta pagina, arriverà il terzo allenatore che deve cercare l'impresa, ancora e nonostante tutto, possibile. 

Peppe Nocera
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