LA PAGANESE VISTA DA... NOCERA

LA PAGANESE VISTA DA...NOCERA: NON PUO' FINIRE COSI'!!!

21.07.2016 15:27

Ritorno a scrivere a distanza di parecchi giorni dopo aver lasciato la corrispondenza da Pagani de “La Città”. Un tumulto di sensazioni ha pervaso il mio umore, scosso dall’esclusione della Paganese dal campionato, che ha sconvolto il mio stato d’animo. In questi giorni tante cose sono successe sulla questione Paganese e stampa, che hanno coinvolto anche tutti i collaboratori del sito, in special modo il sottoscritto, ma questo è argomento che interessa a pochi: comunque sarà affrontato in altra sede ed in altro momento. Ora l’imperativo è ritrovare a fine mese la Paganese in Serie C. Bisogna fare però delle riflessioni. La prima è quella che, come un fulmine a ciel sereno, ci ritroviamo tra la vita e la morte della Paganese a distanza di un anno esatto. Nell’estate del 2015 fu una problematica che era figlia di una particolare situazione, derivante dalla condizione del presidente Trapani, che giocoforza portò ad una serie di fenomeni a catena. Quando il 31 luglio di 12 mesi fa il Collegio di Garanzia del Coni, presso il quale di ripresenteremo ancora nei prossimi giorni, accolse le istanze della società azzurrostellata con la conseguente riammissione tutti eravamo convinti che fosse stato superato un grande fosso e sarebbe cominciata una nuova era. Tutti, a partire dal sottoscritto, che visse in prima persona stazionando in sede ogni giorno, pensavano che la situazione fosse stata chiarita con quel rateizzo che avrebbe avuto il suo iter naturale. Un gran campionato è seguito, programmi ambiziosi cominciavano ad emergere, l’idea di “alzare l’asticella” era il nuovo diktat ma ora l’unica asticella da superare è quella della riammissione.
Il problema del debito dei tributi pregressi, che solo oggi s’è saputo essere in piedi dal 2008, era finito nel dimenticatoio, colpa anche della stampa che non ha saputo tenerlo vivo interessandosi più al campo che ai conti, tanto che la società - tranquilla - ha pensato, un paio di settimane prima che venisse a galla di nuovo il problema, di lanciare ancora proclami attraverso la conferenza stampa del neo ds Antonio Bocchetti. Invece a distanza di pochi giorni il male è tornato a presentarsi in tutti i suoi aspetti più chiari e drammatici. Mio padre diceva sempre: “Quando hai un problema parlane, fallo conoscere, così potrai avere delle soluzioni”. La società invece s’è chiusa a riccio. L’anno scorso abbiamo imparato a conoscere alcuni termini il più gettonato fu “lite non temeraria” quest’anno invece “transazione”: non ci ho capito nulla se non che la Co
visoc per il secondo anno consecutivo ha bocciato la domanda d’iscrizione. Deduco che qualche problema c’è, dovuto sicuramente a lentezze burocratiche dell’Agenzia delle Entrate, come ha specificato in una nota la società, ma anche a mancanze della stessa o chi per essa l’ha seguita in questo iter, facendola anche sbagliare. Descrivere il mio stato d’animo è impossibile, solo i miei amici più stretti ne sono a conoscenza. Non me lo aspettavo, non era previsto, non era nei conti, non nell’anno del novantesimo compleanno.
Sto male. Sino ai giorni scorsi avevo vissuto la cosa con distacco essendo incredibilmente ottimista, perché dicevo che non è possibile dopo un anno avere lo stesso problema, poi la mazzata del 19 luglio è stata tremenda. E’ come se mi fossi sentito tradito. Ora è come se mi avessero svegliato, avvertendo tutta la drammaticità della situazione. Un incubo da cui vorrei svegliarmi direttamente il 4 agosto e vedere la Paganese iscritta. Spero che quest’articolo non abbia toccato la suscettibilità di qualcuno, tanto da far rialzare di nuovo il telefono e chiamarmi, perché questa volta è inutile. Quello che fatto ormai è fatto. Mi aggrappo alla tenacia e all’infinita caparbietà del presidente Trapani che, con l’aiuto di chi di dovere, risolva il problema continuando a dare lustro come ha fatto in questi anni alla società, consapevole che farà il possibile e l’impossibile ed oltre per salvarla, perché ha sempre detto che con lui “la Paganese non sarebbe mai fallita”. Il mio ultimo articolo scritto sulle pagine del quotidiano “La Città” lo chiusi dicendo “in questi casi la speranza è l’ultima a morire”. Al momento c’è rimasta ancora quella. Ieri a casa di Nino Ruggiero avevo tra le mani la copia della bozza finita del libro sui 90 anni della Paganese e pensavo scorrendo le pagine: “Non può finire così…”.FORZA PAGANESE SEMPRE.

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