DESTINI INCROCIATI

DESTINI INCROCIATI: DINO FAVA

31.03.2015 10:05

Ci vorrebbe un’intera stagione di Destini Incrociati per raccontare le storie, le curiosità, le carriere, i ricordi dei vari calciatori che nel corso della storia hanno indossato le due casacche. Per citarne solo qualcuno dagli anni ’30 ad oggi basti ricordare Valese, Pacco, Zanolli, Cianfrone, Di Giaimo, Bonora, Leccese, Vulpiani, Fracas, Oddo, Del Favero e, più recentemente, i fratelli Fusco ed Orlando, Scarpa, Soligo e Fava, Marruocco, Aurelio. Mi soffermo oggi su Dino Fava. Non ha bisogno di presentazioni questo attaccante che ha militato in serie B con il Bologna, in A con Udinese e Treviso. Tre anni alla Salernitana e due alla Paganese e ancora oggi gioca, in Eccellenza, nella squadra della sua città, la Sessana, che sta trascinando a suon di gol.

Ciao Dino mercoledì c’è un Paganese-Salernitana niente male...

“Che piacere risentirti, peccato che si giochi di primo pomeriggio altrimenti sarei venuto sicuramente. Sono due squadre che hanno avuto la loro rilevanza nella mia carriera che ora sto chiudendo a Sessa Aurunca dove è partita. Ci difendiamo ancora bene, dai, 11 reti, ma abbiamo trovato sulla nostra strada una grande Turris”.

Quali ricordi ti affiorano parlando di Paganese?

“Positivi. Abbiamo vinto un campionato partendo in un ambiente scettico che proveniva da una retrocessione e con tante vicissitudini ma pian piano abbiamo ricreato le basi per la vittoria finale, rocambolesca, sofferta e credo che sia stata ancor più bella. Voglio dire che a Pagani sono stato bene, grazie ad una dirigenza seria e con un presidente tifoso, come Trapani, che è la vera forza della Paganese”.

Cosa ti ricordi in particolare?

“All’inizio, ripeto, c’era scetticismo al campo anche come presenze allo stadio, poi nelle difficoltà è uscito fuori il carattere di un gruppo, conquistando in extremis i play-off e vincendoli. Per me li abbiamo vinti a Lamezia: che partita e chi se la dimentica! Memorabile, più della finale con il Chieti dove segnai anche ma eravamo più tranquilli e sicuri che ce l’avremmo fatta. L’accoglienza a Pagani dopo la semifinale ed il ritorno da Chieti rimarranno sempre nella mia mente”.

L’anno dopo avesti qualche problemino con i portieri avversari...

“Non me lo ricordare: paravano di tutto, ma non solo loro, con i pali, le traverse, mai in carriera mi era capitato di avere tanta sfortuna sotto porta. Però facemmo un buon campionato, con partite memorabili come quelle con l’Avellino, dove già all’andata meritavamo più del pareggio, e poi al ritorno...che notte. Senza parlare del derby con la Nocerina. La partita perfetta".

A Salerno invece?

“Ci salvammo in B poi ci furono le disavventure societarie con Lombardi. Ma proprio in quella stagione si creò un’alchimia particolare con la tifoseria che con il Comune ci pagavano anche le trasferte sino a giocarci la serie B con il Verona. Annata difficilissima dal punto di vista societario ma che ha lasciato in tutti i calciatori di quell’anno qualcosa di unico”.

Come finisce mercoledì questo derby?

“Per nulla scontato. A Pagani è sempre particolare l’ambiente e vincere non è mai semplice. La Salernitana dovrà fare una grande partita per ottenere un risultato positivo anche se ha un organico superiore. Non mi chiedere un pronostico perché farei un torto ad entrambe alle quali sono ugualmente legato. Vinca chi se lo meriti di più”.

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